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Caso Yara: Bossetti, la farei finita se non ci fosse la mia famiglia

06 marzo 2015 | 14.59
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Così Massimo Bossetti, in carcere con l'accusa di aver ucciso la 13enne Yara Gambirasio, racconta alla moglie un colloquio con il suo avvocato

Caso Yara: Bossetti, la farei finita se non ci fosse la mia famiglia

"Visto che non credo più a nessuno di evitare di fare il processo...tanto se...m'impicassi qua in cella così...sa quanto...che favore farei a tanta di quella gente! Ma sa perché non lo faccio...perché c'ho una moglie e tre figli che mi credono, vivo per loro per basta...se non avrei avuto voi, giuro, guarda, tutto quello che mi viene detto e tutto, l'avrei fatta finita". Così Massimo Bossetti, in carcere con l'accusa di aver ucciso la 13enne Yara Gambirasio, racconta alla moglie un colloquio con il suo avvocato.

E' il 24 ottobre scorso quando il 44enne muratore spiega, come farà nel corso dei successivi incontri, la difficoltà della vita in carcere fin dal momento del fermo quando in caserma l'hanno messo in una cella "buttato dentro, in un locale in una cella, nella casella di ...come un cane, con accanto tutti gli altri, si passavano i telefoni a farmi il selfie, selfie tutti a mandarli in Facebook come essere fieri che hanno preso..."

In un'altra intercettazione contenuta nei 59 faldoni dell'inchiesta, racconta "ora voglio che la Procura, che loro sono stati, sono stanchi è quattro anni che va avanti sta indagine, non hanno trovato nessuno e sono stanchi e vogliono farla pagare, perché solo coincidenze mi hanno trovato..." e con la madre, Bossetti aggiunge: "ormai il mio caso non è più mediatico è politico, ormai nessuno andrà contro il ministro della Giustizia".

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