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Caso Yara: papà Fulvio, terrore all'idea di conoscere l'assassino

08 marzo 2015 | 14.38
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"Quando mia moglie mi ha comunicato il nome della persona arrestata ovvero di Bossetti, mi sono tranquillizzato poiché il nominativo non era a me noto". Così Fulvio Gambirasio racconta ai carabinieri l'assenza di legami con il presunto killer della figlia 13enne. E Maura Panarese, mamma della giovane ginnasta uccisa, conferma: "No Bossetti mi è assolutamente sconosciuto". Il presunto assassino in un colloquio in carcere con il fratello

Foto d'archivio di Yara Gambirasio. Per l'omcidio della 13enne è in carcere Massimo Bossetti (Infophoto)
Foto d'archivio di Yara Gambirasio. Per l'omcidio della 13enne è in carcere Massimo Bossetti (Infophoto)

"Io ho sempre avuto il terrore che un giorno potesse essere arrestata una persona magari da me conosciuta e frequentata, poiché tale situazione mi avrebbe creato un fortissimo disagio e sconforto che volevo assolutamente evitare. Quando ieri mia moglie mi ha comunicato il nome della persona arrestata ovvero di Bossetti Massimo, mi sono tranquillizzato poiché il nominativo non era a me noto". Si rivolge così Fulvio Gambirasio ai carabinieri che il pomeriggio del 17 giugno scorso, a 24 ore dall'arresto del 44enne muratore accusato dell'omicidio di sua figlia Yara Gambirasio, lo ascoltano per avere notizie su un possibile legame tra la vittima e il presunto assassino.

Se Fulvio Gambirasio riconosce la foto di Bossetti perché vista in tv, ammette di avere "un ricordo vago della sua immagine, naturalmente molto più ringiovanita, risalente a circa 25 anni fa e me lo ricordo come un ragazzo che girava per Brembate con un motorino. Non mi aveva colpito particolarmente (...) ma ricordo che era una persona abbastanza schiva, taciturna, un tipo tranquillo. Preciso di non averci mai avuto a che fare direttamente, l'avevo visto qualche volta girare in paese".

E aggiunge: "Visto che era un muratore ho provato a pensare se l'avessi potuto mai incontrare in cantiere o in giro per lavoro, ma non mi viene alla mente nulla", cosi come il cognome Bossetti "non mi dice nulla nemmeno in relazione ad eventuali frequentazioni della piscina o del centro sportivo di Brembate o di altre attività riconducibili alla nostra vita familiare".

E il medesimo giorno, negli stessi uffici dei carabinieri di Ponte San Pietro, viene ascoltata anche Maura Panarese, mamma della 13enne Yara. "No Bossetti - risponde la donna ai militari - mi è assolutamente sconosciuto, non ho mai conosciuto nessuno né a Brembate né in altri posti ove sono stata". La donna, a conoscenza dell'età dei figli del presunto autore dell'omicidio, ipotizza che i figli possano aver frequentato l'asilo nido a Brembate o che una figlia di Bossetti possa aver frequentato qualche corso di ginnastica all'interno del palazzetto di Brembate. Ipotesi mai confermate nel corso delle successive indagini: a mamma Maura e papà Fulvio il volto di Massimo Bossetti continuerà a non dire nulla.

Eppure nella chiusura indagine il pm di Bergamo Letizia Ruggeri ha contestato a Bossetti i reati di omicidio aggravato e di calunnia (nei confronti di una persona indicata dall'indagato come possibile colpevole) e non di sequestro di persona, rendendo implicita l'idea dell'accusa che vittima e presunto assassino si conoscessero: Yara, per gli inquirenti, non sarebbe stata costretta a salire sul furgone di Bossetti incrociato a pochi passi dalla palestra di Brembate di Sopra, dove la sera del 26 novembre 2010 si perdono le tracce della 13enne.

La mamma di Yara, racconta ai carabinieri di essere stata informata dell'arresto del presunto assassino di sua figlia con una telefonata: "ieri dopo le 17.00 mentre mi trovavo all'uscita del palazzetto dello sport di Brembate, mi ha telefonato la dottoressa Ruggeri informandomi dell'arresto di un uomo senza darmi alcun riferimento sul nominativo" e in serata sua figlia, la sorella maggiore di Yara, "mi ha fatto vedere sul computer la foto e le generalità dell'arrestato. Io poi ho riferito il nominativo a mio marito ed anche lui, senza però vedere la foto, mi ha detto che tale nome non gli diceva nulla".

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