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Roma: sottrae 330mila euro, arrestato direttore amministrativo scuola Pomezia

19 marzo 2015 | 13.14
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E' finito ai domiciliari con l'accusa di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata e occultamento di atti. Sequestrati due immobili di sua proprietà e un conto corrente bancario

(Infophoto) - INFOPHOTO
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Avrebbe sottratto, tra il 2010 e il 2014, oltre 330mila euro destinati al pagamento dei fornitori di plessi didattici presso cui prestava servizio. Con l'accusa di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata e occultamento di atti, il direttore amministrativo di un istituto comprensivo di Pomezia è finito agli arresti domiciliari.

Il gip del Tribunale di Velletri ha disposto il sequestro preventivo di beni immobili, mobili registrati e conti correnti bancari fino al raggiungimento della somma costituente il profitto acquisito illecitamente, accogliendo la richiesta del procuratore della Repubblica, Francesco Prete. Gli accertamenti patrimoniali eseguiti sul conto dell’indagato hanno permesso di individuare due immobili di sua proprietà - in località Ostia e nella zona della Magliana - e un conto corrente bancario.

L’attività di indagine condotta dai carabinieri della stazione di Pomezia nei confronti dell’indagato è scaturita dalla denuncia sporta da un dirigente scolastico che aveva riscontrato delle anomalie contabili, evidenziate dallo stesso dopo che una delle ditte fornitrici aveva vantato un credito nonostante agli atti non si riscontrassero mancati pagamenti.

I militari sono riusciti a ricostruire non solo il modus operandi dell’indagato - che in più occasioni e in modo continuativo, almeno dal 2010, avrebbe falsificato i mandati di pagamento già posti alla firma dei dirigenti scolastici alterando i beneficiari che venivano di volta in volta indicati come il direttore amministrativo stesso o suoi conoscenti e anche suoi creditori - ma anche tutte le operazioni di pagamento illecite, per un ammontare di oltre 330mila euro.

E’ stato, quindi, accertato che l’indagato aveva creato dei 'doppioni' dei mandati di pagamento con identico numero di protocollo, ma con diverso contenuto, affinché presso la scuola fossero conservati i mandati di pagamento intestati ai reali creditori, mentre quelli inviati realmente all’incasso erano tutti intestati a terze persone prive di alcun titolo, recanti la firma apocrifa del dirigente scolastico.

Le indagini hanno, inoltre, permesso di rilevare che i mandati di pagamento conservati presso l’istituto scolastico presentavano anche timbri attestanti una falsa quietanza per sviare eventuali controlli. I timbri non conformi e altro materiale probatorio sono stati rinvenuti nel domicilio dell’indagato durante le perquisizioni.

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