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Omicidio Meredith: l'ex sindaco di Perugia, indagini sbagliate e città violentata

28 marzo 2015 | 10.44
LETTURA: 3 minuti

Wladimiro Boccali, primo cittadino dal 24 giugno 2009 all'8 giugno 2014, sottolinea all'AdnKronos:"Tante rappresentazioni della città forzate e lontane dalla realtà ma il mio primo pensiero va a Meredith e alla sua famiglia"

Wladimiro Boccali, ex sindaco di Perugia (Infophoto)
Wladimiro Boccali, ex sindaco di Perugia (Infophoto)

"Forse se le indagini della squadra mobile e delle procura fossero state condotte in altro modo non avremmo avuto sette anni di violenza". E' l'amarezza espressa dall'ex primo cittadino di Perugia, Wladimiro Boccali, sindaco dal 24 giugno 2009 all'8 giugno 2014, alla fine della lunga vicenda giudiziaria sull'omicidio di Meredith Kercher, che però ci tiene a sottolineare:"Il mio primo pensiero va alla ragazza che non c'è più e alla sua famiglia. La mia pena va a Meredith che è quasi scomparsa, mi sembra di aver assistito a un processo in cui il ricordo della vittima è scomparso".

"Perugia è stata violentata - dice Boccali all'Adnkronos - per questa vicenda e soprattutto perché c'è stato questo processo infinito, l'avvocato Bongiorno ha addirittura rappresentato Perugia come una 'casba' in alcuni passaggi della sua difesa. Ci sono state anche tante rappresentazioni forzate e lontane dalla realtà anche da parte della stampa e ci sono passaggi in alcuni libri in cui si parla di una Perugia dai vicoli stretti e bui in senso negativo, caratteristica del suo essere città medievale che invece ne costituisce la bellezza".

"Forse se le indagini della squadra mobile e delle procura fossero state condotte in altro modo non avremmo avuto sette anni di violenza - aggiunge il sindaco - Perugia ha perso la sua tranquillità, la tranquillità di lavorare in un periodo di crisi, ci sono stati effetti negativi anche sul flusso degli studenti che venivano a studiare qui, per non parlare delle strumentalizzazioni politiche che si sono fatte in tema di sicurezza. Quello che sì posso rimproverare alla politica è che non abbiamo capito che quell'omicidio, un fatto che poteva accadere in tante altre città italiane, poteva portare un cambio di immaginario collettivo della città così forte".

"Non posso nascondere la mia amarezza per tutta questa sofferenza - ha sottolineato - Se in quei giorni successivi all'omicidio, non si fossero fatti così tanti errori nelle indagini, errori che sono stati pregiudizievoli per l'impianto accusatorio, adesso avremmo un altro film. Non avremmo avuto questa attenzione, nella mia città in certi momenti c'erano 400 testate giornalistiche, con giornalisti che giravano nei vicoli dando la caccia allo spacciatore".

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