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Ustica: una strage e nessun colpevole, 35 anni fa il disastro aereo/Scheda

08 aprile 2015 | 19.08
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Il 27 giugno 1980 un Dc9 dell'Itavia si inabissò in mare provocando la morte di 81 persone. Una tragedia dai contorni mai chiariti, rimasta senza condanne in via definitiva, che ha prodotto in tre decenni diverse inchieste della magistratura e che rappresenta ancora oggi un mistero insoluto

Il museo della memoria della strage di Ustica a Bologna (Infophoto) - INFOPHOTO
Il museo della memoria della strage di Ustica a Bologna (Infophoto) - INFOPHOTO

Sono passati quasi 35 anni dal disastro aereo di Ustica, quando, il 27 giugno 1980, un Dc9 dell'Itavia si inabissò in mare provocando la morte di 81 persone. Una tragedia dai contorni mai chiariti, rimasta senza colpevoli condannati in via definitiva, che ha prodotto in tre decenni diverse inchieste della magistratura, interrogativi e polemiche e che rappresenta ancora oggi un mistero insoluto.

Il volo IH870 decolla alle 20.08, con due ore di ritardo, da Bologna alla volta di Palermo. L'ultimo contatto radio tra il velivolo e il controllore è delle 20.58. Poi alle 21.04, chiamato per l'autorizzazione di inizio discesa su Palermo, il volo non risponde. Alle altre chiamate replica solo un silenzio inquietante. L'aereo è disperso. Cominciano le ricerche e per tutta la notte elicotteri, aerei e navi perlustrano la zona. Solo alle prime luci dell'alba, ad alcune decine di miglia a nord di Ustica, una chiazza oleosa e i primi relitti fanno capire cosa è avvenuto: il velivolo è precipitato al largo dell'isola del palermitano, in un tratto del mar Tirreno in cui la profondità supera i tremila metri.

Sui resti recuperati del velivolo vengono ritrovate tracce di esplosivi TNT e T4 in proporzioni compatibili con ordigni militari. Per mesi si rincorrono le tesi più svariate, dal cedimento strutturale all'esplosione di una bomba a bordo, fino all'impatto con un missile. Alla fine verrà riportato in superficie circa il 96% del relitto. Prende ben presto corpo la tesi dei depistaggi ed inquinamenti delle prove che avrebbero impedito agli inquirenti di far luce sulle cause della strage.

La sentenza-ordinanza del giudice Rosario Priore viene depositata nell'agosto del 1999. Nonostante le lunghe indagini, il recupero di una parte consistente del relitto e le centinaia di pagine dei periti non ci sono 'prove definitive e certe' per individuare i colpevoli del disastro aereo. Nella sentenza, comunque, viene stabilito che il Dc9 Itavia è rimasto coinvolto in uno scenario di battaglia aerea avvenuto nei cieli italiani.

La Cassazione sottolineerà poi la "significativa attività di depistaggio" attorno alla strage di Ustica. Per la Cassazione, sul disastro e' stata "abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile sparato da aereo ignoto" quando la Terza sezione civile si è pronunciata sui risarcimento ai familiari delle vittime, il 5 maggio 2009. Piazza Cavour sottolinea che la tesi del missile "risulta ormai consacrata pure nella giurisprudenza".

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