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Post choc su Diaz, sospeso Tortosa e rimosso il capo della Mobile di Cagliari

16 aprile 2015 | 10.36
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Punito l'agente finito nella polemica per un messaggio su Facebook e rimosso il capo della Mobile di Cagliari che aveva messo 'mi piace'. "Non sono un torturatore, nessuna violenza gratuita", aveva detto il poliziotto. Il post dopo la condanna della Corte europea dei Diritti dell'Uomo. Il 21 luglio 2001 la notte della 'macelleria messicana'. Il capo della Polizia: "Mai più un'altra Diaz". Alfano: "Provvedimento giusto, abbiamo agito presto". Il giuslavorista: "Difficile che ricorso Tortosa abbia esito positivo"

(Iberpress) - ©IBERPRESS
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Fabio Tortosa, autore del post Facebook sul G8 al centro delle polemiche di questi giorni, "verrà sospeso dal servizio questa mattina". Lo ha detto il Capo della Polizia, prefetto Alessandro Pansa, nel corso di un convegno a Roma. Non solo. Pansa firmerà questa mattina il provvedimento che solleva dall'incarico anche il dirigente del Reparto Mobile di Cagliari Antonio Adornato, che aveva messo un 'like' alle frasi sul G8 e l'irruzione alla Diaz postate da Tortosa.

"Ancora non mi è stato comunicato niente, lo apprendo ora da voi", reagisce al telefono Tortosa, raggiunto dall'Adnkronos. "E' un provvedimento sproporzionato, visto che non si capisce quale potrebbe essere l'articolo del regolamento disciplinare che avrei violato. Comunque ormai il danno è fatto, mi tutelerò nelle sedi legali", aggiunge. "L'unica cosa che potrebbero contestarmi -prosegue Tortosa- è il 'nocumento all'immagine della Polizia', ma la pena massima prevista è ben lontana dal'essere la sospensione dal servizio".

"Sono una vittima sacrificale -continua- quello che ho scritto su Facebook è sulle carte processuali da 14 anni: alla Diaz c'è stata tortura, ma non da noi del VII nucleo. Da parte di chi c'è stata? Vorrei saperlo anch'io. Con il senno di poi, non riscriverei quel post visto che stupidamente non avevo tenuto conto del fatto che per l'opinione pubblica avrebbe potuto avere un peso eccessivo".

Soddisfazione del ministro degli Interni, Angelino Alfano, che su Twitter si è congratulato per la decisione della Polizia: "Abbiamo fatto il giusto e lo abbiamo fatto presto".

"Non è pensabile che ogni situazione che accade oggi a distanza di 14 anni possa essere ricondotta ogni volta ai fatti della Diaz. La sentenza di Strasburgo ha stigmatizzato quelle vicende", ha detto il capo della Polizia nel suo intervento al convegno 'Vivere lo stadio: una passione a rischio?' all'Università La Sapienza di Roma. "Oggi i reparti mobili sono diversi - ha sottolineato Pansa - abbiamo altri modelli comportamentali, altre tecniche. Siamo tutori e difensori della legalità e della democrazia. Se c'è qualcuno che sbaglia, sbaglia in prima persona, e verrà giudicato, ma non è la Polizia. La Polizia è paladina della legalità e non c'è dubbio alcuno su questo".

Pansa lasciava poco spazio all'immaginazione anche nella lettera a 'La Repubblica' dove diceva: "Stiano certi tutti gli italiani che non ci sarà mai più un'altra Diaz. Non potrà più esserci". "Né io né i vertici della Polizia di Stato che ho l'onore di dirigere - scriveva Pansa - abbiamo mai coltivato l'intenzione di rimuovere o sminuire la memoria di quella vicenda. Per tale ragione, non posso che stigmatizzare il post e nello stesso tempo reagire al comportamento tenuto, facendo ricorso alle procedure disciplinari".

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