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Fuori programma in Vaticano, Bergoglio scende da papamobile per salutare gruppo di cinesi

06 maggio 2015 | 12.52
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Quando dalla folla di pellegrini sono sbucate delle bandiere della Repubblica popolare cinese, la jeep si è fermata e il Papa si è soffermato a parlare con alcuni fedeli che avevano un cartello della diocesi di Wenzhou. Papa Francesco domenica mattina riceve Raul Castro in Vaticano

Papa Francesco (Infophoto) - INFOPHOTO
Papa Francesco (Infophoto) - INFOPHOTO

Fuori programma per Papa Francesco che, durante il consueto giro a bordo della papamobile prima dell'udienza generale, è sceso per salutare un gruppo di cinesi presenti in piazza San Pietro.

A un certo punto, dalla folla di pellegrini sono sbucate delle bandiere della Repubblica popolare cinese. La papamobile si è fermata e Bergoglio è sceso per salutare i cinesi che avevano un cartello della diocesi di Wenzhou. Si tratta di una megalopoli cinese da cui proviene il 90% dei cinesi presenti in Italia.

Di recente, il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, parlando dei rapporti con Pechino in un'intervista con la Rivista di San Francesco, aveva avuto modo di spiegare: "Siamo in una fase positiva e oserei dire che le prospettive sono promettenti", anche se il cammino, aveva aggiunto, "non è ancora concluso".

Bergoglio, a fine udienza, ha ricordato che "nei prossimi giorni" si celebrerà "il 70esimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale in Europa. In tale occasione - ha detto il Papa a braccio - affido l'auspicio che la società umana impari dagli errori del passato e che di fronte ai conflitti attuali che stanno lacerando alcune regioni del mondo, tutti i responsabili civili si impegnino nella ricerca del bene comune e nella promozione della cultura della pace".

Il Papa, nel corso dell'udienza generale, ha invitato a riflettere sulla dimensione missionaria delle nozze: "La decisione di 'sposarsi nel Signore', decisione che contiene anche una dimensione missionaria, che significa avere nel cuore la disponibilità a farsi tramite della benedizione di Dio e della grazia del Signore per tutti. Infatti gli sposi cristiani partecipano in quanto sposi alla missione della Chiesa. La celebrazione del sacramento non può lasciar fuori questa corresponsabilità della vita familiare nei confronti della grande missione di amore della Chiesa".

"Il sacramento del matrimonio - ha osservato - è un grande atto di fede e di amore: testimonia il coraggio di credere alla bellezza dell'atto creatore di Dio e di vivere quell'amore che spinge ad andare sempre oltre, oltre sé stessi e anche oltre la stessa famiglia. La vocazione cristiana ad amare senza riserve e senza misura è quanto, con la grazia di Cristo, sta alla base del libero consenso che costituisce il matrimonio".

La Chiesa stessa, evidenzia, " è pienamente coinvolta nella storia di ogni matrimonio cristiano: si edifica nelle sue riuscite e patisce nei suoi fallimenti. Ma dobbiamo interrogarci con serietà: accettiamo fino in fondo, noi stessi, come credenti e come pastori anche, questo legame indissolubile della storia di Cristo e della Chiesa con la storia del matrimonio e della famiglia umana? Siamo disposti ad assumerci seriamente questa responsabilità?". Quindi, a braccio, il Pontefice si è rivolto ai pellegrini presenti in piazza San Pietro: "Ma voi mariti presenti capite questo? Questi non sono scherzi, eh? E' una cosa seria".

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