"Il cantiere navale di Palermo era casa nostra, fino al mio arresto, il 23 giugno 2014, gestivamo noi i cantieri navali. Gestivamo tutto, dalla carpentiera ai piccoli lavori". Lo ha detto il pentito di mafia Vito Galatolo deponendo al processo per la trattativa tra Stato e mafia. Galatolo, nominato capomandamento mafioso di Resuttano nel 2010, come spiegato dallo stesso collaboratore, parla anche dei suoi rapporti "con i vertici di Cosa nostra dell'Acquasanta, i Madonia". "Nino Madonia venne arrestato nel novembre '89, poco prima mio cugino Stefano Bontade e poi mio padre, nel '91 Salvo Madonia", dice collegato in videoconferenza.
Galatolo ricorda anche quando avvenne la "punciuta", il rito di affiliazione a Cosa nostra. "Nel giugno del 2010 - dice - ma già dal '92 gestivo gli affari di mio padre e della famiglia mafiosa dell'Acquasanta".