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Appalti, 'accordo tra Cpl Concordia e Casalesi': 6 arresti

03 luglio 2015 | 12.50
LETTURA: 5 minuti

Indagato Diana, simbolo Antimafia

La sede della Cpl Concordia
La sede della Cpl Concordia

Un "vero e proprio accordo" tra la Cpl Concordia e il clan dei Casalesi per ottenere la concessione dei lavori di metanizzazione nel Bacino Campania 30, costituito dai comuni di Casal di Principe, Villa Literno, Casapesenna, San Cipriano d'Aversa, Villa di Briano, San Marcellino e Frignano in provincia di Caserta, risalenti ai primi anni 2000. E' quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli culminate questa mattina nell'esecuzione, da parte dei Carabinieri del Noe di Caserta, di otto misure cautelari, di cui sei arresti (quattro in carcere, due ai domiciliari) e due divieti di dimora nella regione Campania.

Tra gli arrestati c'è anche l'ex presidente della Cpl Concordia Roberto Casari mentre una delle due misure di divieto di dimora ha colpito l'ex parlamentare ed ex membro della commissione Antimafia Lorenzo Diana.

Decisivo per indagini pentito Antonio Iovine - Un contributo decisivo alle indagini è stato dato dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Iovine, elemento di vertice del clan dei Casalesi dal 1998 alla guida dell'organizzazione con Michele Zagaria.

Accordo tra Cpl Concordia e Casalesi - Secondo gli investigatori, tra la dirigenza della Cpl Concordia e il clan dei Casalesi sarebbe stato stipulato "un vero e proprio accordo" attraverso l'intermediazione di Antonio Piccolo; l'accordo prevedeva interventi di intimidazione nei confronti dell'originaria concessionaria dei lavori di metanizzazione, la "Consorzio Eurogas" con conseguente cessione a titolo gratuito della concessione in favore della Cpl Concordia; inoltre era previsto l'affidamento diretto dei lavori attraverso la lottizzazione e la stipula dei contratti sotto soglia atti ad aggirare la normativa sui subappalti, ad imprese indicate alla cooperativa modenese dal clan dei Casalesi, in modo da incassare parte della tangente inserita dalla Cpl Concordia nel prezzo dei lavori (10mila lire sulle 75mila previste da contratto per metro lineare) e una grossa fetta dei contributi pubblici pari a 23 milioni di euro al netto dell'Iva.

Ex senatore Diana sapeva dell'accordo - Secondo la Dda di Napoli l'ex senatore Lorenzo Diana era "consapevole dell'esistenza dell'accordo per l'affidamento diretto" dei lavori di metanizzazione nel Bacino Campania 30 "ad imprese riconducibili al clan dei Casalesi e, quindi, di particolare vantaggio per lo stesso sodalizio mafioso". Secondo gli investigatori, Diana avrebbe svolto un "ruolo di assoluto rilievo" nella vicenda relativa alle opere di metanizzazione nei comuni del Casertano rientranti nel Bacino 30 e che vede coinvolti membri della dirigenza della Cpl Concordia. Diana, all'epoca dei fatti senatore e consigliere comunale di San Cipriano d'Aversa, avrebbe svolto il ruolo di "facilitatore della realizzazione delle opere nel Bacino", un ruolo tradottosi in "intervento diretto sulla Prefettura di Caserta per quei Comuni compresi nel Bacino e all'epoca sottoposti a commissariamento per infiltrazioni mafiose per ottenere le delibere di approvazione della concessione e dei progetti presentati dalla Cpl, nei tempi previsti per accedere ai finanziamenti pubblici in favore della cooperativa modenese".

Da Diana incarichi a Iengo in cambio favore a figlio - La Dda ipotizza nei confronti di Diana un affidamento di incarichi professionali per circa 10mila euro all'avvocato Manolo Iengo, sostituto procuratore federale della Figc, per ricambiare un favore fatto al figlio. Secondo quanto emerso nell'ambito delle indagini sulle opere di metanizzazione in provincia di Caserta, lo scorso dicembre Iengo, attraverso la dirigenza della squadra Nerostellati Frattese di Frattamaggiore (Napoli), militante in serie D, avrebbe procurato a Diana una falsa attestazione da cui risultava che il figlio di Diana, Daniele, aveva svolto attività di collaboratore tecnico organizzativo in seno alla società sportiva, finalizzata all'ammissione a un corso per dirigenti sportivi organizzato dalla Figc e propedeutico all'iscrizione del giovane a un master della Fifa. Secondo gli accertamenti degli investigatori, Diana, per ricambiare il favore, nella sua qualità di presidente del cda del Caan avrebbe affidato con propria delibera incarichi professionali a Iengo per circa 10mila euro. Entrambi sono destinatari di un'ordinanza applicativa del divieto di dimora nella regione Campania.

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