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Volontariato: dall'Uganda al Messico in 'vacanza' nei campi estivi tra i popoli dimenticati

Volontariato: dall'Uganda al Messico in 'vacanza' nei campi estivi tra i popoli dimenticati
19 luglio 2015 | 15.41
LETTURA: 8 minuti

Passare le proprie vacanze estive in Paesi lontani dove povertà, violenza e privazione dei diritti fondamentali quali cibo, salute, istruzione sono la quotidianità. Lontani da casa e dalle comodità per promuovere il rispetto dei diritti, favorire la giustizia sociale, migliorare la situazione economica e occupazionale, diffondere una cultura della legalità e della pace, nella condivisione quotidiana con le popolazioni locali. E' lo spirito che anima i campi di volontariato che portano per 10-20 giorni 'giovani' di tutte età a vivere un'esperienza nuova e unica. Sono tante le associazioni e le Ong che organizzano campi in vari Paesi del mondo, Soleterre è una di queste. Simone, tra i fondatori dell'associazione, è uno dei tanti che nel corso degli anni hanno portato il loro impegno in giro per il mondo.

Per Soleterre solidarietà vuol dire accogliere i bisogni e le richieste che arrivano dalle persone e dalle comunità più svantaggiate e vulnerabili e contribuire alla loro soluzione lavorando con la società civile locale, le istituzioni nazionali e internazionali, i gruppi di migranti.

"Sono ormai quasi dieci anni - racconta all'Adnkronos Simone Ghiselli, coordinatore dei campi di volontariato di Soleterre ONLUS e responsabile del corporate fundraising - che organizziamo campi di volontariato all’estero nei diversi Paesi in cui interveniamo. I primi campi risalgono infatti al 2006 in Ucraina. Da allora regolarmente, almeno una volta l’anno, abbiamo ripetuto questa esperienza con i volontari in Ucraina (siamo andati davvero moltissime volte), Marocco, India, Repubblica Centrafricana e Repubblica Democratica del Congo, Uganda e quest’anno in Messico".

Simone partirà, infatti, il prossimo 2 agosto per il Messico, dove, sino al 14 con altri 4-5 volontari farà attività all’interno della Casa del Migrante “La 72” che si trova a Tenosique, nell’estremo sud del Messico, una terra di confine a 50 Km dalla frontiera con il Guatemala. La casa accoglie i migranti che attraversano la frontiera sud del Messico diretti verso gli USA.

"Ogni giorno - spiega Simone - sono oltre 130 i migranti che giungono all’albergue. Hanno dai 16 ai 25 anni di età e fra loro ci sono anche molte mamme e bambini. La maggior parte di loro fugge da contesti di povertà estrema o sono in pericolo di vita nel Paese di origine perché minacciati da violenza diffusa e crimine organizzato. I più provengono da Honduras, El Salvador e Guatemala, i tre Paesi centroamericani più violenti".

"Il viaggio che affrontano - racconta - è costellato di aggressioni, sequestri, estorsioni, stupri e assalti, tanto per mano del crimine organizzato e dei polleros (come chiamano in questa zona i trafficanti di uomini), quanto ad opera delle autorità. A tutti gli ospiti “La 72” garantisce tre pasti al giorno, un cambio di vestiti, un letto, nonché aiuto psicologico, medico e legale. Tutti i servizi sono naturalmente gratuiti".

Soleterre sostiene l'attività di accoglienza della casa-rifugio. Promuove un costante monitoraggio della situazione (numero di minori accolti, tipo di violazioni subite, ecc.) ed è costantemente impegnata nella comunicazione e nella denuncia a livello internazionale di quanto sta accadendo in questa zona. Inoltre, garantisce insieme a “La 72”: alimentazione (3 pasti al giorno) ai minori e agli altri ospiti della casa; supporto medico e psicologico per i minori ospitati e per i migranti che hanno subito abusi e minacce; sostegno legale; un fondo di emergenza per garantire la tutela dei diritti dei minori e del personale.

"Durante il campo - spiega ancora Simone - parteciperemo a tutte le attività della casa-rifugio e ci occuperemo anche di realizzare attività educative e di animazione per bambini e ragazzi".

Ma chi sono i volontari che per due settimane, invece di 'ricaricare le batterie' dopo un anno di lavoro in una località turistica decidono di affrontare un viaggio all'altro capo del mondo per mettersi a 'servizio' degli altri? "I campi di volontariato di Soleterre - spiega Simone - sono un’esperienza aperta a tutti coloro che vogliono dedicare parte del proprio tempo a conoscere direttamente i nostri progetti… direi a 'vivere' i nostri progetti per diventarne poi testimoni diretti e attivi. I volontari spesso dedicano le proprie vacanze estive a questo tipo di esperienze".

Non c'e' alcuna preclusione e, in generale, non vengono richieste particolari competenze. "In questi anni - racconta - sono partiti volontari giovanissimi (20 anni) ma anche persone più avanti con l’età (65 anni), e anche un padre e un figlio insieme. È un’esperienza davvero aperta a tutti. Chiaramente ci si confronta sempre con i volontari che chiedono di partecipare per capire insieme se sia davvero un’esperienza che vogliono fare. Sono sempre viaggi intensi che richiedono comunque una buona capacità di adattamento ma soprattutto entusiasmo".

"I motivi che spingono i volontari a 'regalare' le proprie vacanze sono diversi - prosegue Simone - per molti vuol dire vivere un'esperienza nuova ed unica, un'esperienza di viaggio diverso, totalizzante, per scoprire Paesi “lontani”… quelli che noi chiamiamo le “terre sole”, terre in cui i diritti umani molte volte sono dimenticati e calpestati. Molti partono per donare un sorriso ai bambini, partono con il desiderio di portare in quei paesi qualcosa che i bambini non hanno. Ma quando si ritorna ci si accorge sempre che si è preso molto più di quanto si è dato. Porti un sorriso e torni con un'immensa ricchezza. Sono esperienze che restano impresse direi per sempre".

"I campi - aggiunge - sono fatti con l'obiettivo di toccare con mano i progetti, quando organizziamo un campo ci aspettiamo sempre che i volontari che fanno questa scelta, una volta tornati qui in Italia, siano poi testimoni dei progetti di Soleterre. L’obiettivo è dar loro la possibilità di conoscere, di toccare con mano i nostri progetti per poter poi raccontare direttamente quello che hanno visto e vissuto, per poter coinvolgere amici e colleghi di lavoro e far crescere sempre più la rete di persone che scelgono di sostenere e dedicare il proprio tempo ai nostri progetti".

"I campi - prosegue Simone - sono anche un modo per garantire ancor più trasparenza a quello che facciamo ogni giorno e trasmettere ai nostri sostenitori e in generale alle persone il valore davvero grande del loro aiuto: in questi viaggi ci si può davvero render conto di quanto sia importante anche un piccolo gesto di solidarietà fatto qui in Italia".

I volontari durante i campi di Soleterre sono impegnati per lo più in attività di animazione con bimbi e ragazzi ma anche piccoli lavori di ristrutturazione. "Tutti - sottolinea ancora Simone - hanno la possibilità di toccare con mano direttamente quello che Soleterre realizza ogni giorno in questi Paesi. Si gioca e si lavora insieme alle persone del posto".

Sinora sono circa un centinaio i volontari che nel corso degli anni hanno partecipato ad un campo di Soleterre. I volontari che partecipano ai campi non solo dedicano il proprio tempo e le proprie vacanze agli altri ma versano una quota di partecipazione… "insomma ci credono davvero!". "Purtroppo - prosegue Simone - ad oggi non riusciremmo a coprire i costi dei viaggi e sono i volontari a farlo. Per Paesi più vicini come l’Ucraina ce la si cava con cifre ancora abbordabili (sotto i 1000 Euro) ma per viaggi in Paesi più lontani come in Africa e in Messico anche l’impegno economico è maggiore. Voli, assicurazioni, trasporti… purtroppo oggi sono costi che non riusciamo ad abbattere".

Lo scorso anno in Uganda e prima ancora in Ucraina, Marocco, India Congo e quest'anno in Messico. Sempre con la valigia pronta, ma non per vacanza. Cosa ti spinge ancora a partire? "Faccio parte di Soleterre sin dalla sua nascita e quindi per me tutto questo prima ancora che un lavoro è una vera passione. I campi sono anche per me un modo per toccare con mano quello che facciamo… per conoscere progetti che magari non ho ancora avuto modo di visitare e soprattutto queste esperienze mi aiutano a riscoprire ogni volta il vero senso del nostro lavoro quotidiano".

"In queste occasioni - ribadisce entusiasta Simone - vedi davvero, ti è davvero chiaro, a cosa servano e soprattutto quanto servano le donazioni che raccogliamo e quanto consentano di fare. Vedi davvero che anche con poco puoi fare tanto… e ti rendi conto che grazie al lavoro di Soleterre e al sostegno di migliaia di persone qui in Italia riesci a cambiare davvero le cose… magari sono piccole cose ma prima non c’erano".

"La campagna istituzionale 'Revolution' di Soleterre dice : “Forse non possiamo cambiare il mondo, ma insieme possiamo cambiare un mondo di cose". E il viaggio continua.

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