E' partita dal centro Baobab di via Cupa, dove ogni giorno centinaia di migranti in transito nella Capitale trovano accoglienza, la 'marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi'. (Fotogallery)
La manifestazione si svolge in contemporanea con il Lido di Venezia e con tante altre città italiane per dire no "ai muri della "Fortezza Europa" e chiedere la certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; la creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa, superando il regolamento di Dublino.
Ci sono ragazzi, associazioni, ma anche tante famiglie con bambini che a piedi nudi sono al fianco dei profughi. "Migrant lives matter" si legge su un cartello nel corteo partito da via Cupa, dove ha sede il centro Baobab, luogo-simbolo dell'accoglienza alle migranti e ai migranti nella Capitale e teatro di una delle più vaste mobilitazioni spontanee della società civile romana degli ultimi anni.
"Chiudere i Cie, aprire le frontiere. Everyone is welcome in Roma" si legge su un lungo striscione srotolato davanti alla stazione. Tanti i cori scanditi per chiedere corridoi umanitari, frontiere aperte, la chiusura e lo smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti.
La manifestazione, che raggiungerà la stazione Tiburtina, si concluderà al Centro per celebrare la festa del Capodanno Etiope, in segno di fratellanza e di rispetto per la cultura e le tradizioni di ogni popolo.