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Timbravano il cartellino e tornavano a casa: denunciati dipendenti Asl

23 settembre 2015 | 11.11
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(Infophoto)
(Infophoto)

Tre dipendenti della Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila della sede di Pratola Peligna sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per assenteismo. I militari della Guardia di Finanza di Sulmona attraverso appostamenti, pedinamenti e servizi di osservazione, hanno monitorato per diversi mesi alcuni dipendenti che durante l’orario di servizio, dopo aver timbrato l’entrata, erano soliti assentarsi dal proprio posto di lavoro per tornare a casa a riassettare o per sbrigare faccende personali presso uffici vari e trascorrere parte del tempo al bar, fare shopping o fare la spesa.

Alcuni dipendenti non si presentavano affatto in ufficio e, successivamente, anche dopo moltissimi giorni, regolarizzavano la presenza presentando apposita comunicazione sostitutiva, dichiarando di non aver strisciato il badge per dimenticanza o smarrimento del cartellino.

Alcuni di loro usufruivano quotidianamente della tolleranza dei trenta minuti sull’orario di servizio e in molti casi oltrepassavano la tolleranza senza effettuare il previsto recupero delle ore nella stessa giornata. I finanzieri hanno acquisito negli uffici della Asl e hanno esaminato tutta la documentazione riguardante 'i tabulati presenza', le comunicazioni di regolarizzazione e altri documenti necessari all’attività di indagine.

A conclusione delle indagini, quindi, hanno potuto documentare in modo certo l’uscita dal lavoro, l’ingresso nella propria abitazione durante le ore in cui gli stessi risultavano in servizio e il rientro al lavoro. Ai dipendenti della Asl 1, quindi, sono stati contestati i reati di truffa nei confronti della pubblica amministrazione e di falso ideologico.

Nonostante le varie difformità emerse dalla documentazione acquisita è stato rilevato che nessun controllo è stato effettuato e che nessun provvedimento è stato mai preso dai funzionari responsabili del personale.

In relazione a ciò è stato segnalato all'autorità giudiziaria inquirente anche il direttore del Distretto Sanitario per l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio e di concorso nel reato di truffa insieme con i propri dipendenti. In merito alla vicenda è stata interessata anche la Procura Regionale della Corte dei Conti dell’Aquila per il recupero dei compensi illecitamente percepiti.

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