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Mobilità: Urban Bike, la polizza 'a pedali' piace a trentenni e sessantenni

Xinhua
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07 gennaio 2016 | 13.57
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"Voglio guidare la mia bici dove mi pare", cantava Freddie Mercury in un suo successo del 1978. Non è proprio così in Italia, dove il numero crescente di ciclisti di città spesso si scontra - fisicamente - con le automobili. I dati sugli incidenti per i guidatori urbani di due ruote (273 vittime e quasi 17mila feriti) hanno preoccupato la Federazione Ciclistica Italiana, che ha così sviluppato e messo sul mercato Urban Bike, polizza che assicura ai ciclisti la copertura in caso di cure dopo un infortunio, la responsabilità civile, l'assistenza su strada e il recupero del mezzo.

Si tratta di un'idea "nata a inizio 2015 e messa materialmente in vendita da novembre", racconta all'AdnKronos Diego Vollaro dall'Ufficio Affari Generali della Federciclismo. "Abbiamo preso spunto dalle considerazioni della Federazione e dalle indicazioni dell'UCI (Unione Ciclistica Internazionale), che ha sempre promosso l'utilizzo della bici".

In Italia ormai le due ruote sono più attraenti delle quattro. Lo dicono i numeri: "Visti i 4,5 milioni di ciclisti presenti in Italia secondo i dati Istat abbiamo pensato a qualcosa che potesse aiutarli". Un'iniziativa accolta con entusiasmo dalle comunità di amanti dei velocipedi: "Siamo a un mese e mezzo dal lancio ed è presto per dare dei numeri - spiega Vollaro - ma abbiamo ricevuto buone risposte sia dai social network che dai partner".

L'Urban Bike prevede diverse fasce di prezzo, dalla Basic card alla Gold plus: "La differenza tra le due sta nell'opzione 'collision', per cui in caso di incidente con un mezzo identificato è previsto un risarcimento. Inoltre, con 10 euro in più, è possibile integrare la Basic e la Gold per un servizio di assistenza in caso di incidente oltre i 100 km dalla residenza".

La tessera, acquistabile direttamente dal sito di Urban Bike, ha finora riscosso un successo trasversale: "Dai dati si evidenziano fasce di età differenti e input diversi per l'acquisto, dal passaparola all'articolo di giornale o Facebook. E' presto per i numeri, ma sia trentenni che sessantenni hanno acquistato la tessera - conclude Vollaro - quindi vuol dire che l'utenza che serviamo è piuttosto ampia".

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