"Non ero pronta a un fatto del genere, né al fatto che un evento simile potesse toccare uno dei miei figli. Non sono mai stata una madre coraggio, ma non cerco compassione. Solo forza e coraggio". A parlare è Patrizia Ferrandi, madre di Stefano Savi, lo studente sfigurato dall'acido in uno dei blitz dei quali sono accusati Martina Levato e Alexander Boettcher, durante l'udienza del processo a carico del broker, in corso a Milano.
"La nostra vita è cambiata - ha detto la donna alla corte -. Quando hai un figlio, pensi sempre che possa stare in buona salute. Purtroppo come mamma posso fare ben poco per lui, se non seguirlo in tutti i trattamenti e cercare di fare di tutto affinché lui possa essere nelle mani dei migliori. Anzi, io e mio marito siamo immensamente grati ai medici che lo stanno seguendo, che si sono dimostrati professionisti di cuore e professionalmente all'avanguardia".
Questa "triste storia - ha poi aggiunto la madre di Savi - è stata troppo per questi ragazzi. Penso anche agli amici di Stefano. A 25, 26 anni un ragazzo non dovrebbe essere sottoposto a un dolore simile. Voglio, anzi, chiedere scusa anche agli amici di Stefano per aver dubitato di loro, in alcuni momenti, senza capire che dietro alle visite meno frequenti c'era lo strazio di dover vedere mio figlio in quelle condizioni. Noi non abbiamo paura e speriamo che tutti i nostri sforzi e soprattutto quelli di Stefano, possano essere un giorno ripagati, al di là di tutto il resto".
