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Family Day, Gaynet: "Bugie sui numeri per mascherare una piazza triste"

30 gennaio 2016 | 18.27
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"Una manifestazione estremista e omofoba che ha avuto come obiettivo non certo quello di influire o modificare la proposta di legge Cirinnà ma di impedirne l’approvazione tout court, niente diritti per le persone lgbt, le coppie gay non sono famiglie, le unioni omosessuali non sono in alcun modo paragonabili alle coppie eterosessuali sposate, 'se tutto è famiglia nulla è famiglia'. Una piazza triste, che aveva il compito di dire solo dei no e che non aveva voce perché ai singoli partecipanti era stato vietato di parlare con i giornalisti". Così Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia commentando il family day di oggi al Circo Massimo di Roma.

"Più che sulla politica gli organizzatori hanno voluto puntare sul numero dei partecipanti - aggiunge -, sulla quantità del 'gregge' a cui non è stata data la parola, un gregge che ha fatto solo da cornice, da riempitivo. Ma la piazza non era piena, i tg hanno mostrato impietosamente i pezzi di prato verde non occupato dalle persone (non a caso non ci sono riprese aeree) e poi basta consultare qualsiasi motore di ricerca per avere una idea delle dimensioni e della quantità delle persone che quella piazza può contenere: la dimensione del Circo Massimo è di 73 mila mq, 621 metri di lunghezza per 118 di larghezza. Poniamo che in un mq ci stiano a forza 4 persone si arriva ad un massimo di 300 mila persone".

Quindi, "era già impossibile parlare di un milione figurarsi di due milioni come ha sparato con grande sprezzo del ridicolo l’organizzatore Gandolfini che essendo un neurochirurgo dovrebbe avere contezza di cosa significa la parola bugia", dice ancora Grillini.

"Se occorre raccontare balle sesquipedali sul numero dei partecipanti per dare valore alla manifestazione del family day si prende atto della sua intrinseca debolezza politica e del suo fallimento culturale", afferma Grillini.

"La verità è che solo in Italia non c’è una legge che riconosca i diritti delle persone lgbt - aggiunge -. L’esperienza ci insegna e ci conferma che laddove questi diritti sono garantiti esiste un’ottima coesione sociale, una maggioranza dell’opinione pubblica ormai largamente schierata a favore, non c’è stata alcuna diminutio di diritti da parte delle coppie eterosessuali sposate. Prova ne sia che in nessun paese dove è stata approvata una norma sui matrimoni gay e sulle unioni civili nessuno le ha rimesse in discussione, nessuno le ha abrogate, nemmeno quando tornava al potere un cattolicissimo presidente del consiglio come nella Spagna di Rajoi che, dopo essersi opposto con tutte le forze all‘approvazione dei matrimoni gay, ha poi partecipato al matrimonio gay del numero due del suo partito".

"Il governo e il Parlamento quindi possono e debbono ignorare il triste e infelice family day terza edizione o comunque non farsene condizionare, procedendo alla discussione e alla rapida approvazione di una legge che finalmente riconosca parità di dignità e diritti alle coppie omosessuali e soprattutto il loro sacrosanto diritto alla 'vita familiare'", conclude Grillini.

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