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Papa: "Voglio riabbracciare i miei fratelli ortodossi. I ponti durano, i muri no"

08 febbraio 2016 | 08.04
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Papa Francesco (Fotogramma)
Papa Francesco (Fotogramma)

"Sono felicissimo" dice papa Bergoglio sulla riconciliazione tra Chiesa cattolica e ortodossa, durante un incontro a Casa Santa Marta di cui riferisce il Corriere della Sera. "Io ho lasciato fare. Ho solo detto che volevo incontrare e riabbracciare i miei fratelli ortodossi. Tutto qui. Sono stati due anni di trattative di nascosto ben condotte da vescovi bravi". Spiega Bergoglio alla vigilia del faccia a faccia storico che avverrà il 12 febbraio a Cuba con il Patriarca russo Kirill.

Bisogna costruire ponti, continua il Santo Padre: "Passo dopo passo, fino ad arrivare a stringere la mano a chi sta dall’altra parte. I ponti durano, e aiutano la pace. I muri no: quelli sembrano difenderci, e invece separano soltanto. Per questo vanno abbattuti, non costruiti. Tanto sono destinati a cadere, uno dopo l’altro. Pensiamo a quello di Berlino. Sembrava eterno, e invece: puff, in un giorno è caduto giù".

"L'Occidente deve fare autocritica sulle primavere arabe", afferma poi il Papa. L'intervento militare dell'Occidente in Nord Africa e le cosiddette "primavere arabe" sono stati un azzardo che ora si paga a caro prezzo. "Sulle primavere arabe e l'Iraq si poteva immaginare prima quello che poteva succedere - prosegue Bergoglio - E in parte c'è stata una convergenza di analisi tra la Santa Sede e la Russia. In parte, è bene che non esageriamo perché la Russia ha i suoi interessi". Il Papa invita a pensare "alla Libia prima e dopo l'intervento militare: prima di Gheddafi ce n'era uno solo, ora ce ne sono cinquanta. L'Occidente deve fare autocritica".

"Tra i grandi dell'Italia di oggi" ci sono il capo dello Stato emerito, Giorgio Napolitano e l'ex ministro Emma Bonino, afferma Papa Francesco nell'incontro. Il Papa intravede tra i "grandi dimenticati" nella cronaca dei nostri giorni "la donna sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini" per il modo in cui si è spesa a favore dei profughi.

"Quando Napolitano - prosegue Bergoglio - ha accettato per la seconda volta, a quell'età, e sebbene per un periodo limitato, di assumersi un incarico di quel peso, l'ho chiamato e gli ho detto che era un gesto di 'eroicità' patriottica". Quanto alla Bonino, "è la persona che conosce meglio l'Africa. E ha offerto il miglior servizio all'Italia per conoscere l'Africa. Mi dicono: è gente che la pensa in modo molto diverso da noi. Vero, ma pazienza. Bisogna guardare alle persone, a quello che fanno".

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