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Libia, Pollicardo e Calcagno: "Picchiati e affamati, ci siamo liberati da soli"

06 marzo 2016 | 07.14
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Moglie di Failla: "Liberi con il sangue di mio marito"

Gino Pollicardo e Filippo Calcagno al loro arrivo a Ciampino, con in ministro degli Esteri Paolo Gentiloni (Afp) - AFP
Gino Pollicardo e Filippo Calcagno al loro arrivo a Ciampino, con in ministro degli Esteri Paolo Gentiloni (Afp) - AFP

Sono rientrati in Italia i due tecnici italiani liberati in Libia dopo un sequestro durato diversi mesi. Gino Pollicardo e Filippo Calcagno sono arrivati all'aeroporto di Ciampino, a Roma, questa mattina intorno alle 5. Ad attenderli, oltre ai familiari, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso "grande sollievo per il rientro in patria degli altri due ostaggi, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, finalmente ricongiunti alle proprie famiglie".

Mattarella, inoltre, ha inviato un messaggio ai familiari di Salvatore Failla e Fausto Piano per far pervenire loro il suo profondo cordoglio per la tragica morte dei loro congiunti in Libia. Lo rende noto il Quirinale.

Calcagno e Pollicardo dopo il loro arrivo si sono recati nella caserma dei carabinieri del Ros di Colle Salario. Sono stati picchiati, colpiti con calci e pugni e con il calcio del fucile. Tenuti in ostaggio sempre nella zona di Sabrata, dalle stesse persone. Si sono liberati da soli, venerdì, e hanno appreso della morte di Salvatore Failla e Fausto Piano solo questa mattina a Ciampino: questi i principali elementi emersi, a quanto si apprende, durante la lunga audizione. Gli italiani ostaggio in Libia sarebbero stati tenuti prigionieri da un gruppo non direttamente riconducibile all'Isis, presumibilmente una banda di criminali comuni. Gino Pollicardo e Filippo Calcagno hanno condiviso la prigionia con Salvatore Failla e Fausto Piano, gli altri due italiani uccisi a Sabrata, fino a mercoledì scorso.

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