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Terrorismo, Alfano: "Espulso marocchino residente a Chieti, voleva combattere in Siria"

25 marzo 2016 | 10.02
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(Adnkronos)
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"Ieri abbiamo fatto un'altra espulsione. Abbiamo messo su un aereo, in esecuzione di un mio decreto, un marocchino di 37 anni che risiedeva a Chieti, già presidente del centro islamico di preghiera di Chieti, dove per un certo periodo ha svolto anche il ruolo di guida spirituale e se ne era allontanato lo scorso anno per la mancata condivisione delle sue posizioni radicali da parte dei fedeli" . Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intervenendo a Radio Anch'io.

"Lui era noto come musulmano integralista ed è stato rifiutato dai fedeli. Monitorato dalla Digos, ha più volte espresso l'intenzione di recarsi in Siria per combattere, imponeva precetti coranici rigidi in ambito familiare con pressioni psicologiche e maltrattamenti nei confronti anche della moglie marocchina. Così - ha spiegato il ministro - salgono a 75 gli espulsi, 9 dei quali nel 2016".

Il provvedimento, come hanno spiegato nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Questore di Chieti Vincenzo Feltrinelli e dalla dirigente della Digos, Patrizia Traversa, è stato adottato in una logica preventiva. Dalle indagini è emerso che il marocchino, che lavorava in una macelleria, aveva da tempo abbracciato l'ideologia jihadista esternando commenti di approvazione verso le azioni compiute dall'Isis.

Si spacciava per imam e predicava l’odio verso i cristiani inneggiando alle strage di Parigi prima e Bruxelles poi. La polizia lo seguiva da mesi con gli uomini specializzati nell’antiterrorismo, lo pedinava e lo intercettava. Alla fine è scattata l'operazione che ha portato al prelevamento dell'uomo e al suo rinvio nel paese d'origine.

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