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Il Papa a Lesbo, Twal: "Da parte sua ogni sforzo" /Video

Il Papa a Lesbo, Twal:
14 aprile 2016 | 15.08
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"Il Santo Padre fa ogni sforzo per dare una risposta ad una crisi che il mondo vive". E' quanto sottolinea il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, parlando della visita di papa Francesco a Lesbo a margine dell'inaugurazione della mostra 'Il Diavolo dentro di noi' del fotoreporter ceco Jan Šibík presso la Pontificia Università di Santa Croce a Roma. Twal augura che la visita del Papa a Lesbo abbia "successo". E aggiunge "Lui può andare ovunque, in Grecia, in Giordania dove ci sono un maggior numero di rifugiati, in qualsiasi parte del mondo" ma tocca ai leader mondiali "che hanno nelle loro mani il destino dei popoli essere più coscienti e responsabili".

D'altronde i rifugiati, osserva il patriarca latino di Gerusalemme "non hanno lasciato casa, lavoro e patria per piacere. Sono stati costretti a causa della guerra e della violenza. Se non vogliamo rifugiati facciamo pace nei loro paesi. Lasciamo perdere la vendita di armi, smettiamola fare guerre o politica di interessi". E vedremo che coloro che fuggono dai paesi in crisi "rimarranno volentieri a casa loro".

Twal parla poi della situazione a Gaza: "oltre i muri visibili che viviamo là, ci sono altri muri invisibili che stanno nel cuore dell'uomo: sono l'odio, la paura, l'ignoranza, la sfiducia". Un clima, spiega, che va ad "aggravare" una condizione già difficile con la conseguente fuga dei cristiani dalla Terra Santa.

Non è solo, dice Twal, "un calo del turismo, la mancanza del lavoro" a far sì che la realtà cristiana si sia assottigliata in Terra Santa ma anche "la situazione in generale", il clima teso. Per questo "molti giovani cristiani emigrano da Gerusalemme". Twal ricorda quindi l''intifada dei coltelli' e racconta di ragazzini di 14-15 anni "che amano giocare con il coltello, magari rubato dalla cucina della nonna: ciascuno può essere esposto".

Quando "ci siamo radunati con tutti i capi religiosi israeliani, musulmani e cristiani, ho detto loro che questo è peggio che vincere un esercito" ma, secondo il patriarca di Gerusalemme, il rimedio a tutto questo "non è la repressione, la soluzione è nell'educazione. Più libertà, più dignità, più fiducia e nell'anno della misericordia, più perdono. Tocca ai grandi, ai saggi, prendere queste iniziative: servono passi concreti per dare fiducia". A Gerusalemme, ricorda infine Twal, "anche durante le crisi più dure i cristiani hanno saputo lottare ricevendo la solidarietà da tutto il mondo insieme a quella della Chiesa".

La mostra 'Il Diavolo dentro di noi' del fotoreporter ceco Jan Šibík è un racconto che non fa sconti: l'emozione assale lo spettatore davanti ad ogni immagine che parla di morte, di guerra, di distruzione, di fame, di povertà, di migrazioni ma anche di salvezza. Dalla Palestina alla Macedonia, dal Kosovo all'Ucraina, dall'Angola allo Zaire, Šibík nella rassegna che ospita fino al 28 aprile la Pontificia Università di Santa Croce a Roma mette in mostra i suoi ultimi 25 anni di attività in giro per il mondo documentando conflitti, catastrofi umanitarie ed esodi.

L'iniziativa è stata promossa dall'Ambasciata della Repubblica Ceca presso la Santa Sede in collaborazione con il Sovrano Militare Ordine di Malta, la Delegazione dell'Unione Europea presso la Santa Sede e le organizzazioni dell'Onu a Roma. La mostra, spiegano gli organizzatori, "si colloca molto bene" nell'anno della misericordia voluto da Papa Francesco.

La mostra è stata accompagnata dalla discussione sulla risoluzione delle crisi umanitarie, alla quale ha partecipato, oltre al patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, da parte della Repubblica Ceca il vice primo ministro del Governo per la scienza e la ricerca, Pavel Bělobrádek, il Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta Fra'Mathew Festing, il Gran Cancelliere del S.m.o.m. Albrecht Freiherr von Boeselager, l'Ambasciatore dell'UE, S.E. Laurence Argimon-Pistre, e l'ex Ministro degli Affari Esteri dell'Italia e Presidente della Società italiana per le organizzazioni internazionali, Franco Frattini.

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