"Non ho mai parlato di omicidio, toccherà alla procura della Repubblica di Milano fare le sue valutazioni, riporto solo il risultato della complessa perizia fatta per conto della famiglia, secondo cui Domenico quando è caduto non era solo: non si è autoimpresso una forza autonoma per buttarsi, ma gli sono state alzate le gambe da terze persone, dopo di che, c'è stato lo 'sganciamento', non si sa se intenzionale o meno". Lo spiega l'avvocato della famiglia di Domenico Maurantonio, Eraldo Stefani.
Domenico, studente padovano di 19 anni, era deceduto dopo una caduta dal quinto piano di un hotel di Milano a maggio dello scorso anno, dove era in gita scolastica assieme agli altri suoi compagni di classe per visitare l'Expo.
Il legale della famiglia Maurantonio sottolinea quindi che nei prossimi giorni depositerà "alla Procura a Milano la complessa perizia tecnica e ribadisco di non aver parlato di omicidio, sarà la Procura a fare le sue valutazioni. Ho detto queste cose perché la famiglia in questo anno ha sentito parlare di suicidio, di malore e possibile prossima archiviazione aggiungendo amarezza al dolore: è giusto che si indaghi a tutto campo".
Tra le altre novità emerse dalla perizia condotta per conto della famiglia Maurantonio c'è anche il fatto, spiega il legale, "che il corpo è stato trovato a un metro e mezzo di distanza dal muro e questo farebbe presupporre che, dopo la caduta, sia stato spostato".
