E' stato un mozzicone di sigaretta raccolto in strada dagli agenti della polizia e comparato con alcune tracce di sangue ritrovate su un sacchetto della spazzatura ritrovato dagli inquirenti sul luogo del delitto ad incastrare una 53enne torinese arrestata perché gravemente indiziata per l'omicidio di un pensionato 69enne ucciso nel suo appartamento lo scorso ottobre. I due si erano conosciuti 17 anni prima nel reparto psichiatrico di un ospedale dove erano ricoverati perché entrambi sofferenti di depressione. Nella casa della donna è stato rintracciato il cellulare della vittima. Secondo gli investigatori il movente dell'omicidio sarebbe stata una rapina fruttata poche centinaia di euro.
Il dna raccolto sul posto è stato esaminato dal centro di medicina dello sport di Orbassano che ha evidenziato un profilo compatibile con l'arrestata. Un secondo dna maschile, inoltre, confermerebbe che la donna avrebbe agito con almeno un complice di cui non si conosce l'identità. A causare la morte della vittima sarebbero stati colpi al capo sferrati dall'aggressore con un corpo contundente non ritrovato, così come le chiavi di casa che il pensionato era solito tenere appese ad una catenella agganciata ai pantaloni e il portafoglio.
La donna, interrogata dal pm dopo il fermo, già convalidato, avrebbe reso dichiarazioni utili alle indagini che ora gli inquirenti stanno verificando per accertare la possibile presenza di complici.