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Strage di migranti in mare, due scafisti assolti da gup Palermo: "Agirono in stato di necessità"

07 settembre 2016 | 21.31
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Immagine di repertorio (Xinhua)
Immagine di repertorio (Xinhua)

Scafisti "per necessità", perché "costretti a guidare il barcone" durante la traversata dalla Libia alla Sicilia e non per guadagnare dei soldi sulla tratta di esseri umani. Ecco perché oggi il gup del Tribunale di Palermo. Omar Modica, ha assolto due migranti ventenni, un gambiano e un senegalese, dall'accusa di omicidio plurimo, per avere provocato la morte di dodici profughi in alto mare. La strage in mare avvenne a metà luglio del 2015, nelle acque del Canale di Sicilia. Subito dopo la sentenza, arrivata a sorpresa, i due imputati, finora detenuti, sono stati rimessi in libertà.

Il Procuratore aggiunto di Palermo Maurizio Scalia, che ha coordinato l'inchiesta con il pm Claudio Camilleri, ha annunciato che la Procura farà ricorso in appello. Contestualmente alla decisione è stato anche letta la motivazione, dodici pagine in tutto. Il gup Modica ha così accolto la tesi della difesa dei due imputati, secondo cui i due giovani avrebbero guidato l'imbarcazione solo perché "in stato di necessità". Ma la Procura di Francesco Lo Voi presenterà appello entro i prossimi 15 giorni.

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