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Napoli, si ripete miracolo San Gennaro

19 settembre 2016 | 11.35
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(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Si è ripetuto il prodigio dello scioglimento del sangue di San Gennaro. A darne notizia, alle 10.38, l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, dall'altare del Duomo dove è in corso la celebrazione religiosa per la festività del Santo patrono.

L'ampolla contenente il sangue è stata, come da tradizione, portata in processione dalla Cappella di San Gennaro all'altare; lungo il percorso, ai fedeli è apparso subito chiaro l'avvenuto prodigio ed è scattato un lungo applauso. Poi l'annuncio ufficiale, accompagnato dallo sventolio del fazzoletto bianco da parte di un membro della Deputazione di San Gennaro. Presenti nel Duomo le autorità civili e militari, tra loro il sindaco di Napoli (e in qualità di primo cittadino anche presidente della Deputazione) Luigi de Magistris e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Presenti anche il principe e la principessa Carlo e Camilla di Borbone-Due Sicilie.

"I mercanti di morte e i meschini professionisti della violenza non prevarranno sulla dignità, la pace e la civile convivenza del nostro popolo, e dovranno arrendersi dinanzi a quegli uomini di buona volontà che lavorano ogni giorno per mantenere viva la speranza di un futuro migliore", ha detto Sepe durante l'omelia in occasione della festività di San Gennaro. La camorra, la criminalità organizzata, "è la piaga più purulenta da estirpare - ha aggiunto - perché capace di contaminare e offendere un corpo già debole e provato". Di fronte a "chi pugnala Napoli alle spalle", ha proseguito il cardinale, "c'è chi continua ad amarla senza riserve con onestà, con civismo, col tendere la mano a chi è nel bisogno, col guardare con rispetto, per non sciuparle, le bellezze che ci circondano".

La mancanza di lavoro "è la piaga più grave e causa principale delle diseguaglianze", ha detto ancora il cardinale. La Chiesa di Napoli, ha spiegato, "si sente fortemente interpellata a calarsi nella realtà esistenziale della sua gente, che sta vivendo un momento difficile". Così facendo "succede di constatare che non tutti possono beneficiare delle stesse opportunità di crescita sociale, per cui accanto ai più fortunati convivono sacche di poveri". Proprio la mancanza di lavoro "è la causa più grave di queste diseguaglianze, ed è emblematico vedere le saracinesche abbassate di tanti negozi, costretti a chiudere mostrando un panorama avvilente in molte zone della città".

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