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Migranti: a Lampedusa incontro tra studenti e sopravvissuti

01 ottobre 2016 | 20.40
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Un momento dell'incontro
Un momento dell'incontro

Lampedusa riabbraccia 25 sopravvissuti alla tragedia del 3 ottobre 2013, quando 368 migranti morirono nelle acqua al largo dell’isola. Il Comitato 3 ottobre, infatti, ha organizzato una tre giorni di celebrazioni per la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, che culminano lunedì in occasione del terzo anniversario del naufragio, e ha richiamato sull’isola 25 dei 155 sopravvissuti, che oggi, nell’ambito del progetto ‘L’Europa inizia a Lampedusa’, hanno incontrato più di 200 studenti al Liceo Scientifico ‘Maiorana’ di Lampedusa.

Un progetto promosso dal Miur che ha coinvolto giovani delle scuole di tutta Italia, ai quali era richiesta la conoscenza della lingua inglese, arrivati sull’isola per partecipare a workshop, laboratori, seminari, simulazioni di soccorso, per ascoltare testimonianze e assistere a proiezioni video in un luogo simbolo dell’accoglienza come Lampedusa.

“Questo incontro serve a fare prendere coscienza ai ragazzi del dramma che si cela dietro al fenomeno dell’immigrazione”, spiega Piergiorgio Mori, insegnante dell’istituto ‘Giorgio Ambrosoli’ di Roma, sottolineando come “spesso in quartiere come Centocelle, dove sorge la nostra scuola, il migrante viene percepito come minaccia, mentre venendo lo studente si accorge che dietro alla presunta minaccia c’è un essere inerme che rischia la vita per venire qui”.

Nasce progetto ‘Sanità di frontiere’ che partirà a fine anno sull’isola

“Queste persone quando affrontano il terribile viaggio per arrivare in Europa sanno a cosa vanno incontro, ma scelgono di farlo perché il gioco vale la candela rispetto alla vita che hanno nei loro paesi”, dice Lorenzo Moriconi, maturando dell’Istituto Tecnico Commerciale di Terni, anche lui a Lampedusa. Il progetto si concluderà con le celebrazioni per la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, lunedì, a cui parteciperà per il Miur il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, che siglerà un accordo con il Comune di Lampedusa e Linosa e il Comitato 3 Ottobre, per istituire la sezione ‘giovani’ del Museo della Fiducia e del Dialogo che ha sede nell’isola.

“Qualcuno ha detto che il Mediterraneo è diventato un campo di sterminio perché manca un accesso all’Europa via terra. Per questo abbiamo lanciato la campagna per un corridoio umanitario affinché non si muoia più in mare”, ha detto Fernando Vasco Chironda, del Comitato 3 ottobre, nel corso dell’incontro con gli studenti.

Intanto nasce anche 'Sanità di frontiere', dell'Osservatorio internazionale della salute. Un progetto che partirà da fine anno a Lampedusa del quale fa parte anche Pietro Bartolo, uno dei medici che assistono i migranti quando sbarcano sull’isola, diventato famoso per la sua partecipazione a ‘Fuocoammare’ di Gianfranco Rosi. Bartolo fa parte del progetto ‘Sanità di Frontiere’ che si fonda sulla formazione del personale sanitario.

Bartolo, sul peschereccio una donna strappata alla morte, ora aspetta il secondo figlio

E proprio Bartolo è stato il medico che ha salvato uno dei 25 migranti del naufragio di 3 anni fa, tornati oggi sull’isola, Kebrat, che oggi vive a Stoccolma e aspetta il suo secondo figlio. Il primo lo ha chiamato Pietro, proprio come Bartolo che l’ha strappata alla morte.

“Sul peschereccio di Domenico – racconta lo stesso Bartolo – c’erano due uomini e una ragazza dati per morti. Prima che li mettessero dentro i sacchi, ho dato un occhiata e mentre i due maschi erano già in ‘rigor mortis’, la ragazza aveva un flebile battito al polso. L’ho detto a Domenico che ha capito e ha catapultato me e la giovane donna sulla banchina. Poi la corsa in ambulatorio dove l’abbiamo intubata e rianimata, prima di portarla a Palermo dove è stata dimessa dopo un po’ di tempo”.

“Adesso so che vive in Svezia – prosegue il medico – e ora che è tornata a Lampedusa mi sarebbe piaciuto molto conoscerla, perché il momento del suo salvataggio è stato di grande agitazione. L’abbiamo massaggiata, aveva i polmoni pieni d’acqua. E’ stato davvero un miracolo”, conclude Bartolo che in questi giorni è lontano dall’isola per altri impegni.

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