Negli ambienti dell'antiterrorismo milanese si esclude categoricamente l'esistenza di un allarme riferito a presunti attentati chimici. La smentita arriva dopo che è stata diffusa la notizia del ricovero di un giovane magrebino che avrebbe inalato una sostanza velenosa vietata. Un giovane che, secondo indiscrezioni ora smentite, farebbe parte di una presunta cellula, pronta a realizzare un attentato per di più probabilmente in contatto con Anis Amri, il killer di Berlino arrivato a Milano il 23 dicembre scorso e ucciso nel corso di un conflitto a fuoco con la polizia a Sesto San Giovanni.
In particolare gli inquirenti affermano che c'è stato sì un ricovero di un giovane egiziano per sospetto avvelenamento, ma che risale all'11 dicembre scorso. Sul ragazzo, che lavorava in un cantiere, sono scattati subito i controlli da protocollo, che prevedono anche perquisizioni e indagini su contatti e frequentazioni dai quali non è emerso nulla. Per il giovane non è stata esclusa una esalazione pericolosa riconducibile probabilmente però all'ambiente di lavoro.