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'Lo sterminio genera turismo', presidente Parco Cinque Terre: "Io frainteso"

'Lo sterminio genera turismo', presidente Parco Cinque Terre:
07 gennaio 2017 | 20.46
LETTURA: 4 minuti

Un fraintendimento. "Scelta azzardata, ma lungi da me l'idea di offendere la memoria o mancare di rispetto alla comunità ebraica". Così all'Adnkronos Vittorio Alessandro, presidente del Parco delle Cinque Terre, dopo il post apparso sulla sua pagina Facebook che ha scatenato polemiche nelle ultime ore. Una foto che ritrae il campo di sterminio di Auschwitz e, accanto, la frase: "Vabbè, lo sterminio... Però ha portato tanto turismo". Questo il contenuto che ha scatenato le critiche, i commenti e l'indignazione dal popolo dei social network fino alle istituzioni. E che poi è stato rimosso.

Ma l'intento era diverso, spiega l'autore. "La polemica - sottolinea Alessandro - non  voleva essere tale, il post era inserito con l'intento di richiamare l'attenzione sulla problematica di un turismo onnivoro e dissacrante che raggiunge i posti più delicati e sensibili, indirizzato in modo distratto presso località che hanno una componente di sacralità forte".

Il parallelo era con il turismo sulle Cinque Terre. "Ho associato in modo forte - continua - senza voler mancare di rispetto alla comunità ebraica, una vicenda che riguarda molti territori bruciati da certo turismo, dicendo che anche delle tragedie si fa impresa. Questo ha provocato una reazione risentita come se volessi dissacrare io ma il fine era di denuncia urgente. Sono convinto che sia questione di carattere vitale, quella di un turismo che se vogliamo far diventare vera risorsa deve essere consapevole dei luoghi che attraversa".

"Il problema è questo - ha aggiunto ancora il presidente del Parco - c'è scarsissima consapevolezza della fragilità del territorio, c'è una forte attrattiva e non si tiene conto di quanto quei luoghi debbano essere rispettati. Un certo modo di condurre anche la promozione del nostro territorio è riuscita, sul piano dell'impresa. Abbiamo numerose presenze però si sospendono tutti i giudizi sulla gestione perché il turismo va. Penso invece si debba misurare l'impegno di promozione cercando di sottolineare le storie, i luoghi e le culture".

E infine, quanto al post, "la scelta è stata azzardata - conclude Alessandro - la platea ha frainteso ma in ogni caso lungi da me l'idea di offendere la memoria dell'Olocausto e tutto ciò che ha significato".

"Bisogna stare attenti a come si usano i social - replica sulla vicenda anche Ariel Dello Strologo, portavoce della comunità ebraica ligure - perché se queste erano le intenzioni è venuto fuori un senso sbagliato. Non metto in dubbio nulla, è che purtroppo questi strumenti, Facebook o Twitter, possono facilmente essere fraintesi o difficili da controllare".

"Poi - continua Dello Strologo - il vero problema è che si rischiava di mettere in moto polemiche su viaggi organizzati dalle scuole e dagli enti sui luoghi della memoria come Auschwitz. E' inevitabile ci siano reazioni e si alzi l'allerta. Ma l'importante è che si riconduca la cosa alla sua reale dimensione e non si metta in discussione l'importante lavoro fatto con questi viaggi. Che poi ci sia un problema sulla spettacolarizzazione di un certo turismo si può discutere ma grazie a questi viaggi migliaia di ragazzi e di persone hanno potuto conoscere la storia e l'entità di un una tragedia enorme, affinché non si dimentichi".

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