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Tra donazioni e business, il 'mercato' delle parrucche per malati di cancro

14 gennaio 2017 | 06.58
LETTURA: 3 minuti

Una delle ciocche donate, dalla pagina Fb di  'Un Angelo per Capello'
Una delle ciocche donate, dalla pagina Fb di 'Un Angelo per Capello'

di Chiara Moretti

"Cosa ci facciamo con i capelli donati dai cittadini? Sono affari nostri". Risponde così all'AdnKronos Lorenzo Munafò, amministratore delegato della Calviclinica, l'azienda produttrice di parrucche con sede a Bari che dal 2016, grazie a un accordo stipulato con l'associazione 'Un Angelo per Capello’, raccoglie le donazioni di ciocche di capelli veri fatte dai cittadini di tutta Italia per aiutare i malati di cancro e, ai malati, fornisce in cambio una parrucca di capelli sintetici.

Nulla di anomalo nello scambio tanto che il passaggio è regolato nero su bianco, appunto, da un contratto (GUARDA), firmato nel febbraio dell'anno scorso e pubblicato sul sito dell'associazione 'Un angelo per Capello'. Al massimo può essere considerato poco conveniente. Non solo, infatti, l'associazione dona le ciocche all'azienda, ma paga anche 100 euro per ogni parrucca artificiale, ricevuta dall'azienda barese in cambio. Una spesa aggiuntiva, si legge sul contratto, "da attribuire alla lavorazione della stessa e ai servizi connessi alla sua applicazione".

Un accordo che, anticipa all'Adnkronos Valentina De Marino di 'Un Angelo per Capello' "rinnoviamo anche per l'anno prossimo, non ci fermiamo, lo facciamo per le donne malate di tumore, che non possono permettersi di acquistare una parrucca, dopo la chemioterapia”. Un’iniziativa lodevole che ha trovato nel tempo un consenso e una partecipazione sempre più ampi da parte dei cittadini che volentieri hanno regalato un pezzo della propria chioma per far tornare il sorriso a chi ha tanto sofferto. Tra i tanti anche Caparezza che si è fatto immortalare in un video, mentre donava la ciocca.

Dopo la denuncia di ‘Business Insider Italia’ che ha parlato del meccanismo dello scambio tra capelli veri e parrucche sintetiche, sempre più donatori, anche sulla pagina Facebook di ‘Un Angelo per capello’ si domandano che fine facciano i loro capelli se ai malati, invece di una pregiata parrucca di capelli veri ne viene donata una sintetica. Una domanda senza risposta. "Sono affari nostri", ci ha infatti risposto l’amministratore delegato dell'azienda barese. Ma a parlare è l'associazione. "Con i nostri capelli? Ci fanno dei parrucchini veri da rivendere, visto che i capelli sono corti (25 centimetri) ci fanno dei toupet, delle parrucche da uomo", sostiene De Marino. E comunque, aggiunge con pragmatismo da medico qual è la referente di 'Un Angelo per capello’, "quelle finte sono più adatte ai malati oncologici perché non necessitano di cure particolari a differenza delle vere che, in quanto tali, debbono ricevere frequentemente una serie di cure, lavaggi e trattamenti". Una spesa in più per i malati. C’è da rilevare, però, come spiega senza giri di parole De Marino, che "le parrucche di capelli veri possono arrivare a costare anche 1500 euro". Mentre per una parrucca sintetica il costo è infinitamente più basso.

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