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Natalità

"Troppi ostacoli per le donne", ecco i motivi delle culle vuote in Italia

06 marzo 2017 | 15.54
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Si fanno sempre meno figli in Italia. Il dato ormai non stupisce più. E' un trend che continua da anni e continua a peggiorare come testimoniano gli ultimi dati Istat. Nel 2016 le nascite sono state 474mila meno delle 486mila dell'anno precedente. E così la popolazione italiana scende a 60 milioni e 579mila a gennaio di quest'anno, in calo di 86mila unità rispetto all'anno precedente. Il motivo? "Il desiderio delle donne di avere figli c'è, almeno due, ma gli ostacoli sono troppi" dice all'AdnKronos Francesca Sartori che insegna Sociologia dell'Educazione e del Genere all'Università di Trento.

"I problemi? Una volta si diceva che era 'colpa' delle donne che lavoravano - fa notare la docente -, ma ci sono Paesi con un tasso di occupazione femminile più alto del nostro, che però non hanno gli stessi problemi di bassa natalità". "I nidi sono pochi e costano molto. E così anche se la famiglia è di quelle fortunate con due stipendi, che entrano in casa, il costo dei servizi è così elevato che alla donna non conviene neppure andare a lavorare. Gran parte delle sue entrate, se non tutte, andranno via per coprire le spese dei servizi della prima infanzia".

Difficoltà economiche, ma anche disparità di genere. "Gli uomini si occupano ancora poco delle attività domestiche anche se molto di più di un tempo. Di certo non è come nei Paesi nordici" spiega, sottolineando infine un fatto culturale. Una volta fare figli era un modo per "assicurarsi l'assistenza, la cura, in futuro", ma oggi le motivazioni per cui si decide di diventare genitori sono molto diverse perché "siamo più liberi da condizionamenti culturali". "Si fanno figli per il piacere di stare con loro", e perché no, "per dargli qualcosa in più", magari "una vita migliore della nostra".

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