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Siria, raid Usa 'al femminile'. E in Italia?

08 aprile 2017 | 15.09
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(Fotogramma)
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Ci vorranno ancora alcuni anni prima di vedere un raid aereo guidato da militari donne italiane del livello di quello, delicatissimo, gestito in Siria contro la base di al-Shayrat dalle comandanti Usa Andria L. Slough e Michelle Howard. Ma le donne nelle nostre forze armate stanno facendo passi da gigante e un traguardo del genere non è poi così lontano. Nel giro di pochi anni saranno al comando di battaglioni, gruppi di volo e grandi unità navali. "La formazione, l’addestramento e l’impiego del personale militare non vedono differenziazioni tra uomini e donne", precisa all'Adnkronos il Capitano Anna Polico, portavoce del Capo di Stato Maggiore della Difesa, già alla guida di reparti blindati nelle operazioni 'Antica Babilonia' in Iraq e 'Leonte' in Libano.

L'ingresso delle donne nelle forze armate è una conquista relativamente recente, era il 2000, quindi le prime donne generale o ammiraglio dovrebbero essere nominate intorno al 2029. "Il principio della meritocrazia e non il genere guida i processi per l’avanzamento di grado: fermo restando il superamento di corsi e l’espletamento di periodi di comando e imbarchi, la progressione di carriera offre le stesse possibilità a tutto il personale militare indipendentemente dal genere". E non è un caso che nel processo di avvicinamento delle donne a ruoli e incarichi sempre più prestigiosi si inserisca la circostanza che l'Italia è tra i pochi Paesi al mondo ad avere una donna, il ministro Roberta Pinotti, a capo della Difesa.

"Oggi -continua il Capitano Anna Polico- uomini e donne operano insieme in tutte le attività che vedono impegnate le forze armate sia in Patria sia all’estero".

Nel 2002, appena completato il previsto iter addestrativo, per la prima volta le donne sono state impiegate nei Balcani. "Da allora, tutte le operazioni di peacekeeping e le missioni di supporto alla stabilità vedono la presenza della componente femminile, che ricopre tutti gli incarichi, compresi quelli di comando delle unità".

L’impiego del personale femminile ha permesso di raggiungere gli obiettivi delle missioni all'estero "con maggiore efficacia, grazie alla possibilità di interagire con la totalità della popolazione locale. Nei contesti di cultura e religione differenti il contatto con le donne, generalmente permesso solo ad altre donne, è stato reso possibile grazie alla presenza della componente militare femminile", aggiunge Polico, tra le 'pioniere' del settore essendo entrata in Accademia nel 2000 con il primo concorso utile.

Le donne nella forze armate sono una realtà consolidata. Hanno superato quota 7.000 e sono ammesse in ogni specialità e incarico, con una progressione di carriera identica a quella degli uomini.

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