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G7, è polemica su foto uomo con coppola

11 aprile 2017 | 10.28
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La foto della app Governo per il G7
La foto della app Governo per il G7

Scoppia la polemica in Sicilia sulle immagini che vengono distribuite ai giornalisti stranieri in questi giorni, dall’app governativa dedicata a chi si accredita al G7 di Taormina. Su una fotografia a colori si vede un giovane con la coppola e una sigaretta pendente dalle labbra che, con lo sguardo da 'maschio latino', guarda una giovane dai capelli neri e gli occhi bassi. Insomma, una scena che ricorda molto il giovane Michael Corleone del Padrino di Coppola o film alla 'Divorzio all'italiana'. Ma sui social c'è una vera e propria rivolta, sia su Facebook che su Twitter. Annunciato anche un mail bombing alla Presidenza del Consiglio. Non solo. Si dice "indignato" anche il Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Giovanni Ardizzone, che annuncia all'Adnkronos di volere scrivere una lettera al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per "chiedere il ritiro immediato della foto".

"Oggi stesso - spiega Ardizzone - manderò una lettera formale di protesta al premier Gentiloni". Poi si sfoga: "Agli attacchi delle tv nazionali mi sono abituato ma non rassegnato, di certo non avrei mai immaginato di dover prendere le distanze da uno spot per il prossimo G7. Mi auguro si sia trattato di un errore e per questo chiederò formalmente alla Presidenza del Consiglio dei ministri di ritirarlo. Alimentare i soliti stereotipi sui siciliani non giova a nessuno tanto meno ad un'Italia che intende ripartire".

Mentre sui social network ci sono centinaia di post contro lo spot del Governo. Dario ferrante, managing director di Tour Plus Sicilia, che da tanti anni si occupa di luxury travel, critica duramente la scelta della foto: "Non mi sembra che il precedente meeting a Shima (Giappone) abbia avuto come testimonial due manga o il summit a Krün (Baviera) due donne con il seno grosso che servivano boccali di birra - dice - In questo caso, il richiamo a D&G non ha proprio senso. Qui, se richiamo vuole esserci, sembra più alle borse D&G taroccate in vendita in Via Maqueda nei fine settimana". E ancora: "Fortunatamente, i giornalisti stranieri conoscono bene la vera Sicilia e sorrideranno all’ennesima trovata degli “Ah, les italiens”. Basta guardare le coperture frequenti che le maggiori testate mondiali dedicano alla Sicilia per capire che il mondo inizia a conoscere veramente la nostra terra".

Loredana Mannina, scrive: "Nel 2017 ancora non riusciamo a liberarci dell'immagine cinematografica e stereotipata del siciliano, insomma ce l'hanno cucita addosso e non riusciamo più a toglierla via". Il ceo di Giglio.com, una nota azienda palermitana di moda, scrive: "Io non ci credo che qualcuno abbia pensato e realizzato questo scempio: progettare una storyboard, fare un casting, scegliere la location, organizzare lo shooting... Perché tirare fuori questa immagine è da principianti della comunicazione. E' un risultato imbarazzante. Deve certamente essere un ritaglio preso da chissà dove".

La vicepresidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Teresa Di Fresco parla di "Stupidi e anacronistici stereotipi che sopravvivono grazie a ignoranza, comodità e molto probabilmente interessi di alcuni. Il gadget del mafioso con baffi, coppola e magari lupara è uno dei più venduti - dice - Evidentemente a qualcuno è utile dare o accettare una simile immagine di una Sicilia che ha combattuto e combatte questi che qui definisco ancora una volta semplicemente stereotipi".

Daniela Tomasino, leader delle associazioni Lgbt di Palermo, attacca così la foto della app governativa: "Ed è subito anni '50: il machismo come valore identitario della Sicilia. Ma come può venire in mente? È la stessa agenzia del Fertility Day? Che tipo di Italia (e di Sicilia) si immaginano?- dice -Accanto a motivi ben più seri per opporsi al G7, adesso c'è anche questo: ribellarsi a questo ciarpame". E aggiunge: "A questo punto ci stavano carretto, marranzanu e lupara. Perché fare le cose a metà?...".

Manuela Modica, giornalista del sito 'letteraemme' denuncia: "La scelta di pescare in un immaginario vecchio e facile dimostra ancora una volta come la Sicilia sia un brand da utilizzare – sfruttatissimo da Dolce&Gabbana – molto più che un’isola da rilanciare. "Doveva essere un’occasione per rilanciare l’immagine dell’isola, queste erano almeno le intenzioni dichiarate dall’allora premier Matteo Renzi - scrive Modica - È invece diventata occasione per confermare nell’immaginario l’idea di una Sicilia d’altri tempi: il maschio sornione da un lato, la femmina che si ritrae sorridente sotto un ombrellino da sole. Il governo sceglie un’immagine che richiama forse Il Padrino – Michael Corleone con la coppola sì, ma accanto ad Al Pacino non si ricorda di donne sotto ombrellini di alcun tipo – la usa per i media stranieri da un’app governativa indirizzata a chi si accredita".

L'ex assessore regionale al Turismo della Sicilia, Cleo Li Calzi, oggi nel Cda dell'aeroporto di Palermo, dice: "Renzi aveva scelto Taormina, preferendola anche a Firenze, perché voleva dare al mondo un'immagine mediatica della Sicilia sganciata dai pregiudizi e fondata sulla bellezza del suo patrimonio culturale. Non devono averlo compreso... Ai media stranieri la Sicilia del G7 viene presentata con l'immagine di un uomo con la coppola che segue con lo sguardo un'improbabile donna con l'ombrellino (made in china ?). Forse l'immagine del Teatro di Taormina affacciato sul mare con lo sfondo dell'Etna sembrava troppo ...bella?".

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