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Migranti, Unhcr: "Oltre 6mila da venerdì su rotta letale Mediterraneo"

07 maggio 2017 | 18.19
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Da venerdì oltre 6.000 persone hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l'Italia, portando il totale di quest'anno a oltre 43.000. Questi arrivi massicci e il fatto che più di 1.150 persone siano scomparse o abbiano perso la vita nel tentativo di raggiungere l'Europa dall'inizio dell'anno dimostrano come il salvataggio in mare sia ora più cruciale che mai. Lo ha detto l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi.

La rotta del Mediterraneo centrale dal Nord Africa all'Italia, di gran lunga la più utilizzata da richiedenti asilo e migranti per raggiungere l'Europa, si è dimostrata essere anche la più letale, ha sottolineato Grandi, secondo il quale dall'inizio del 2017 una persona su 35 è morta durante il viaggio in mare fra la Libia e l'Italia. E solo negli ultimi quattro giorni 75 persone avrebbero perso la vita.

Salvare vite umane deve essere la priorità assoluta per tutti e, alla luce del recente aumento degli arrivi, "esorto ulteriori sforzi per salvare le persone lungo questa rotta pericolosa - ha continuato l'Alto commissario - E' una questione di vita o di morte, che si appella al più basico senso di umanità di ognuno di noi, e che non dovrebbe essere mai messa in discussione".

"Gli instancabili sforzi della Guardia costiera italiana, in coordinamento con Frontex, l'Agenzia europea delle frontiere e della guardia costiera, e delle Ong sono veramente notevoli" è il riconoscimento arrivato dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. "Insieme, hanno salvato decine di migliaia di vite - ha detto Grandi - nel 2016, le ong hanno salvato più di 46.000 persone nel Mediterraneo centrale, rappresentando più del 26% di tutte le operazioni di salvataggio. Tale tendenza continua, raggiungendo il 33% dall'inizio dell'anno".

Grandi ha poi detto di rimanere "profondamente sconvolto dalla violenza perpetrata dai trafficanti, tra cui la crudele uccisione di un giovane pochi giorni fa, come è stato segnalato ai miei team da parte di alcuni sopravvissuti".

"Così non può continuare - ha scandito l'Alto commissario - E’ necessario affrontare le motivazioni alla base delle migrazioni, e allo stesso modo offrire alternative sicure a queste pericolose traversate e alle persone che hanno bisogno di protezione internazionale, inclusi modi accessibili e sicuri per raggiungere l'Europa, come riunificazioni familiari, ricollocamenti e reinsediamenti. È necessario intervenire prima che le persone vengano catturate e esposte a terribili abusi da parte dei trafficanti in Libia e in altri Paesi di transito e prima che essi si imbarchino per attraversare il Mediterraneo".

"Ciò significa anche moltiplicare gli sforzi per risolvere i conflitti, soprattutto in Africa; utilizzare le risorse per lo sviluppo in modo molto più strategico, per ridurre la povertà, per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e per sostenere i Paesi che ospitano un grande numero di rifugiati e i Paesi di transito - ha concluso Grandi in una nota - Ciò richiede politiche e azioni coordinate da parte dei Paesi europei e degli altri donatori".

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