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Dalle ricchezze del territorio a quelle dei cittadini, il risparmio postale nella provincia italiana

21 luglio 2017 | 13.13
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Dalle ricchezze del territorio a quelle dei cittadini, il risparmio postale nella provincia italiana

Italiani popolo di poeti, santi, navigatori e risparmiatori. Che la propensione al risparmio sia una delle virtù nazionali, oltre che un valore tutelato dall’articolo 47 della Costituzione, è cosa risaputa. Anche in tempi di crisi non viene meno questa tendenza che guarda soprattutto agli investimenti ritenuti tradizionalmente affidabili.

Tra questi ci sono i prodotti del risparmio postale, garantiti da Cassa Depositi e Prestiti, che a fine 2016 custodivano circa 323 miliardi di euro, di cui 204 miliardi investiti in buoni fruttiferi postali e 119 miliardi depositati negli oltre 30 milioni di libretti postali attualmente attivi.

Il risparmio postale in provincia: luoghi e persone (FOTOGALLERY)

Una storia antica quella del risparmio postale, che prende avvio nel 1875 quando, per volontà di Quintino Sella, vennero istituiti i “Libretti di Risparmio Postali” che furono resi disponibili alla clientela dal 1 gennaio 1876. Fu un successo immediato: entro la fine di quello stesso anno si contavano già 100mila libretti su cui erano depositate mediamente 2 lire, con una raccolta complessiva di 2 milioni. Cifre enormi per l’epoca, che crebbero esponenzialmente negli anni successivi, grazie all’ampliamento della rete di uffici in cui era possibile aprire un Libretto e alla diversificazione dei servizi, sempre più in linea con le esigenze di cambiamento avvenute negli anni.

Occorre invece attendere il 1924 per la comparsa dell’altro strumento principe del risparmio postale: il “Buono Fruttifero Postale”. Disponibile a partire dal gennaio del 1925 riscosse da subito un grande favore, basti considerare che il numero di Buoni in circolazione è passato dalle 563.000 unità del 1925 (per un importo di 467 milioni) ai 39 milioni di titoli nel 1972 (per un ammontare complessivo di 5.866 miliardi di lire), per giungere fino alle imponenti cifre dei nostri giorni. Un successo legato, oltre che alla fiducia riscossa dalle Casse di Risparmio Postali, alla capillare diffusione del servizio e all’allettante sistema di capitalizzazione dell’interesse, il quale matura in forma composta a bimestri compiuti, con un tasso che varia in aumento a più riprese al compimento di un certo numero di anni dalla data di emissione del titolo.

“Il risparmio postale fa parte della storia del costume e della tradizione di tutte le nostre famiglie - spiega Bernardo Colafrancesco di Poste Italiane - con il risparmio postale praticamente sono stati realizzati tantissimi progetti, sogni e aspirazioni di genitori, figli e nipoti, tramandandosi di generazione in generazione”.

Una presenza capillare degli uffici e una tradizione di investimento comune a tutte le famiglie sono quindi alcuni dei punti di forza del risparmio postale, che trova nelle realtà di provincia un forte radicamento. Come accade ad esempio ad Arpino, città natale di Cicerone e del condottiero romano Caio Mario, scrigno di tesori artistici e circondato da un territorio straordinario, che offre uno spaccato ideale di questo “popolo di risparmiatori postali”.

C’è Marialaura, studentessa universitaria fuorisede, che racconta di aver scelto le Poste “Sia per la comodità di trovare uffici postali su tutto il territorio sia perché c’è la garanzia dello Stato che, visti i tempi, non è cosa da poco”. Loreto Casinelli, professore ed ex preside del convitto di Arpino ora a riposo, è ormai di casa all’ufficio postale e ricorda come sia importante il risparmio perché consente di “Vivere e crearsi un futuro”; mentre Carlo Petriccca, consulente informatico, sottolinea la sicurezza e la “garanzia italiana” offerta dal risparmio postale. Ed è lo stesso sindaco di Arpino, Renato Rea, a sintetizzare lo stretto legame tra la comunità e l’ufficio postale: “Tutti i cittadini di Arpino, da decenni, hanno sempre visto nell’ufficio postale un posto sicuro dove tutelare le loro esigenze di risparmio sia per la qualità dei prodotti sia perché l'ufficio postale si trova nella piazza centrale del paese e pertanto è un punto di riferimento”.

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