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Siccità: imprenditrice agricola, costi alle stelle e guadagni a picco

25 luglio 2017 | 17.18
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Il terreno arido
Il terreno arido

"Qui non piove da marzo" dice sconsolata. Filippa Campo, imprenditrice agricola di Leonforte, nell'Ennese, un'estate così non se la ricorda da tempo. "In passato ci sono stati periodi duri, ma questo è uno dei peggiori" dice all'AdnKronos. Colpa dell'assenza prolungata di precipitazioni che ha trasformato il terreno rendendolo "duro come l'acciaio, impossibile da lavorare". E poi ci sono gli alberi "anche loro sofferenti" e le lavorazioni "che siamo costretti a slittare". Un disastro anche se Filippa prova a guardare il bicchiere mezzo pieno. "Almeno non abbiamo avuto incendi - dice - riusciremo a sopravvivere anche questa volta con tanti sacrifici".

La fatica del lavoro lei la conosce da tempo. L'azienda che guida e che porta il suo nome l'ha ereditata dal papà. "Anche il mio bisnonno e il nonno facevano questo mestiere" racconta orgogliosa. Figlia d'arte, insomma. "Nel 2006 ho rilevato parte della ditta che adesso porta il mio nome - spiega -. Ci occupiamo prevalentemente di cerealicoltura e zootecnia". Circa 300 pecore, cavalli e maiali da accudire e giornate che iniziano presto. "Inizio a lavorare alle 4.30 del mattino, al massimo alle 5.30, quando il sole non picchia in testa" dice sorridendo. Negli ultimi mesi, però, il lavoro è diventato più duro. "Ho difficoltà a far abbeverare le pecore quando usciamo al pascolo - racconta -, prima lungo i terreni si incontravano piccoli corsi d'acqua, adesso non si vede un filo d'erba e gli animali non possono stare giornate intere senza bere e mangiare".

'Il vero ostacolo? La mala burocrazia e reti idriche colabrodo'

Un bel problema perché oltre a dover portare con sé le scorte d'acqua per il pascolo c'è da procurare il cibo agli animali. "Le nostre erbe triennali di solito in questo periodo già germogliavano di nuovo - spiega -, invece quest'anno è tutto secco. Questo vuol dire che sicuramente sarò costretta a comprare, in anticipo di qualche mese, la barbabietola per integrare l'alimentazione dei miei animali". Costi di produzione che aumentano e guadagni che si dimezzano. "Stiamo producendo la metà del latte - assicura Filippa - e anche gli ortaggi hanno subito danni: pomodori e zucchine sono bruciati dal sole e anche le mie pesche non riescono a raggiungere la maturazione a causa della siccità. Non riuscirò a coprire le spese di irrigazione".

Perché a fronte di minori entrate i costi lievitano. Ecco perché dalla giovane imprenditrice agricola arriva un appello alla politica. "E' necessario abbassare il costo dell'acqua, che è divenuto insostenibile, e procedere alla manutenzione delle reti idriche 'colabrodo' per porre fine alle perdite allucinanti che registriamo. Davanti a lunghi periodi di siccità come quelli che stiamo vivendo è inaccettabile assistere a simili sprechi". Ma, soprattutto, il vero nemico per Filippa è la mala burocrazia. "Serve un maggiore sostegno agli allevatori, meno burocrazia e tempi più snelli - conclude -. Il vero ostacolo allo sviluppo del settore sono le montagne di carte e cavilli a cui dobbiamo sottostare, aspettando bandi che non arrivano mai".

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