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Batterio killer in ospedale, muore neonato

11 agosto 2018 | 13.17
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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C'è un batterio, il 'Serratia marcescens', all'origine della morte del neonato avvenuta agli Spedali Civile di Brescia. Il bambino, deceduto martedì, era ricoverato nel reparto di patologia neonatale insieme al gemellino, colpito dalla stessa infezione con altri neonati. Tra i piccoli ricoverati, 10 bambini sono risultati positivi al batterio responsabile della morte del neonato, per il decorso particolarmente infausto dell'infezione. Nel reparto si è sviluppato, infatti, un focolaio epidemico di Serratia marcescens identificato il 20 luglio scorso.

LE INDAGINI - Sull'accaduto la Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti e i carabinieri del Nas hanno acquisito la documentazione sanitaria, le procedure aziendali e tutti gli elementi utili alle indagini. Inoltre, l'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera ha fatto sapere che è stata "avviata una commissione d'inchiesta per verificare misure di sorveglianza e contenimento batterio". "Sin da lunedì scorso - ha spiegato Gallera - abbiamo seguito e monitorato insieme all'Asst la situazione all'interno del reparto di terapia intensiva neonatale. Nei giorni scorsi, abbiamo inoltre interloquito con Ats Brescia e gli abbiamo dato mandato di avviare una commissione d'inchiesta per verificare se dal punto di vista amministrativo e sanitario sono state seguite tutte le misure di sorveglianza e contenimento del batterio".

LA BONIFICA DEL REPARTO - "Attualmente, dei dieci neonati positivi per Serratia, 6 sono ancora degenti. E dei restanti 27 degenti risultati negativi allo screening 10 sono stati dimessi e 17 sono ancora ricoverati", si legge in una nota dell'azienda ospedaliera in cui viene ricostruita la vicenda. "Nelle prossime settimane la situazione continuerà ad essere mantenuta sotto stretta osservazione e l'accettazione del reparto continuerà a rimanere chiusa, così da poter progressivamente liberare gli ambienti di degenza e procedere ad una loro ulteriore radicale bonifica", continua la nota.

IL FOCOLAIO - "La Direzione aziendale e tutti gli operatori sanitari comprendono e partecipano al dramma ed al dolore dei genitori e della famiglia del piccolo deceduto il 6 agosto", recita ancora la nota. L'ospedale bresciano spiega che al "reparto di Terapia intensiva neonatale si è sviluppato un focolaio epidemico di infezione/colonizzazione da Serratiamarcescens, caratterizzato da tre casi di sepsi neonatale, un'infezione delle vie urinarie e sei casi di colonizzazione. Il 20 luglio, infatti, è stata identificata una condizione di malattia da Serratiamarcescens in due neonati, con isolamento del germe da emocolture (del 18 e 19 luglio) e a un terzo neonato sono stati riscontrati segni clinici di congiuntivite, con isolamento del microrganismo da tampone oculare (effettuato il 19 luglio)".

I PRIMI DUE CASI - I primi due casi diagnosticati, sottolinea l'ospedale, "sono andati progressivamente migliorando e attualmente sono in via di risoluzione". "Purtroppo il terzo paziente ha sviluppato segni clinici da shock settico e un quadro clinico che è progressivamente peggiorato - aggiunge l'ospedale - e nonostante la terapia antibiotica a largo spettro e tutte le cure intensive prestate, in data 6 agosto ha cessato di vivere. Dai tamponi di sorveglianza eseguiti a tutti i neonati degenti nel reparto a partire dal 20 luglio sono stati successivamente identificati altri 7 casi (dal 20 luglio a 6 agosto) di positività per Serratiamarcescens, dei quali uno ha presentato quadro clinico di infezione delle vie urinarie dal medesimo germe".

Al primo riscontro della malattia, il 20 luglio, ricorda ancora il nosocomio "è stato immediatamente allertato il Comitato infezioni ospedaliere pediatrico e sono state subito attivate le prime misure di sorveglianza e contenimento", ossia: isolamento dei pazienti infettati o colonizzati, con applicazione di precauzioni da contatto, in stanza dedicata e con personale di assistenza e strumentario dedicati in via esclusiva; monitoraggio sistematico attraverso l'esecuzione di tamponi di sorveglianza per tutti i degenti dell'unità, per individuare eventuali nuove colonizzazioni; rinforzo formativo per il personale sanitario e per i genitori, riguardo alla corretta esecuzione delle misure assistenziali.

Il 24 luglio è stata, di concerto con il Comitato infezioni ospedaliere pediatrico, messa in opera la bonifica ambientale di una stanza di degenza riservandola ai nuovi ingressi e programmate le bonifiche successive. Al riscontro delle ulteriori positività dei tamponi di screening, il 27 luglio è stata disposta la chiusura dell'accettazione di nuovi pazienti in Terapia intensiva neonatale ed è stata richiesta la collaborazione dei centri di di terapia intensiva neonatale limitrofi". In riunioni successive il Comitato infezioni spedaliere pediatrico "ha deciso di procedere con i seguenti interventi di contenimento e sorveglianza: attivazione di momenti formativi di rinforzo per tutto il personale di assistenza; esecuzione di tamponi di screening bisettimanali per i neonati degenti; studio della colonizzazione ambientale; colloqui informativi/formativi con i genitori dei pazienti a piccoli gruppi".

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