Ora che il referendum c'è stato, che gli abitanti della Crimea si sono espressi e che il voto si è svolto in modo pacifico, si può sperare che "inizino le vere trattative" tra Mosca, Kiev e Sinferopoli per arrivare ad una soluzione pacifica della crisi. L'auspicio arriva da Giulia Giacchetti Boico, presidente dell'associazione Cerkio, che rappresenta gli italiani di Crimea, una comunità tra le 300 e le 500 persone, discendenti di emigrati che arrivarono nella penisola alla fine dell'Ottocento e furono poi vittime delle deportazioni ordinate da Stalin, che li privò del passaporto italiano.
"Noi non sappiamo come evolverà la situazione, quali diritti avremo, è una situazione del tutto nuova e sconosciuta", dice all'Adnkronos la Giacchetti Boico, che ieri ha parlato delle "preoccupazioni, dei dubbi e delle speranze" della comunità negli incontri avuti a Kerch con tre osservatori italiani al referendum. (segue)