Ora che il New York Times ha lanciato dalle influenti colonne un appello per la legalizzazione federale della marijuana, finiscono sotto i riflettori nazionali le campagne per i referendum che potranno legalizzare la droga leggera in altri due stati. Gli elettori di Alaska e Oregon saranno chiamati il prossimo novembre a decidere se seguire l'esempio di Colorado e Washington, gli stati che hanno già liberalizzato la cannabis.
Ma il referendum che potrà portare veramente la questione della liberalizzazione della marijuana sotto il riflettori del dibattito nazionale sarà quello che potrebbe essere indetto a Washington D.C., il distretto della capitale americana. All'inizio di luglio infatti i sostenitori della Dc Cannabis Campaign hanno infatti consegnato 57mila firme, più del doppio del necessario, per chiedere che si svolga, insieme alle elezioni di mid term del prossimo 4 novembre, una consultazione su una legge che, assicurano, non trasformerà la capitale americana in un "paradiso turistico" per i consumatori di cannabis.
La legge permetterà ai maggiori di 21 anni di possedere fino a 56 grammi di marijuana per uso personale e coltivare fino a sei piante a casa. Ma sarà valida solo cittadini americani che risiedono nel distretto di Columbia, sottolineano ancora i sostenitori della campagna. E non ci potranno essere vendite ma solo passaggi gratuiti tra singoli individui."Questa legge non farà aprire i negozi", afferma il presidente Adam Eidinger, a differenza della legge in vigore da gennaio in Colorado che sta provocando un piccolo boom economico, e di entrate nelle casse dello stato considerata la pesante tassazione imposta sui prodotti venduti nelle rivendite di marijuana che sono state aperte. (segue)