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Ebola, ritirato l'allarme per caso sospetto a Berlino. Rintracciati i 17 pazienti in fuga in Liberia

19 agosto 2014 | 15.06
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La donna di 30 anni e di origini africane aveva accusato i sintomi in un ufficio di collocamento, ma poi le è stata diagnosticata un'infezione intestinale. Si attendono comunque i risultati delle analisi del sangue. Non è malato il paziente posto in isolamento nel nord della Spagna. Oms: bilancio dell'epidemia sale a 1.229 morti

(Xinhua)
(Xinhua)

Le autorità sanitarie tedesche danno quasi per escluso che una donna, proveniente dall'Africa e ricoverata in isolamento in un ospedale di Berlino, in seguito alla denuncia di sintomi che coincidono con quelli del virus ebola, sia stata infettata. Dopo alcune ore di tensione nella capitale tedesca l'allarme è stato ritirato. La donna, 30 anni, aveva denunciato i sintomi dell'infezione in un ufficio di collocamento, nel quartiere di Prenzlauer Berg, che è stato subito isolato dalla polizia.

Dopo aver appreso che la donna era stata in Nigeria una settimana fa, i dipendenti hanno avvisato i servizi di emergenza, che l'hanno trasportata in ambulanza alla clinica Charité della città. Le autorità hanno transennato l'edificio, senza consentire di uscire alle circa 600 persone che si trovavano all'interno. Tuttavia, dopo i primi controlli, gli esperti hanno pressoché escluso che si tratti di un caso di ebola e le hanno diagnosticato un'infezione intestinale.

Ma prima di escludere definitamente che si tratti di ebola, i medici preferiscono aspettare i risultati delle analisi del sangue. Una portavoce della clinica ha precisato che non si sa quando questi saranno pronti.

Da parte sua, un portavoce dei vigili del fuoco ha riferito che le persone bloccate nella struttura hanno potuto lasciare l'edificio dopo due ore. Sei persone che sono entrate in contatto con la paziente sono state trasferite in ospedale per precauzione.

Liberia, rintracciati i 17 pazienti in fuga - Intanto sono stati trovati i 17 pazienti con sospetto virus ebola fuggiti dal centro di cura che era stato attaccato a Monrovia, in Liberia. "Sono stati rintracciati e alla fine si sono ripresentati in un centro di cura", ha riferito alla Bbc Lewis Brown, ministro dell'Informazione. Mentre migliorano le condizioni dei tre medici contagiati dall'ebola e trattati con il siero sperimentale ZMapp. Il farmaco è lo stesso che sembra funzionare anche sui due operatori sanitari americani rimpatriati dopo essersi ammalati in Liberia.

Non è malato paziente posto in isolamento in Spagna - Mentre il paziente spagnolo posto in isolamento in un ospedale di Basurto, nei Paesi Baschi, con sospetti sintomi di ebola non è infetto. Lo riferiscono le autorità sanitarie. Gli esami cui è stato sottoposto sono negativi, risulta invece avere la malaria. Da alcuni giorni il paziente era tornato dalla Sierra Leone, uno dei Paesi maggiormente colpiti dal virus, dove si era recato per motivi di lavoro. Si tratta del secondo caso sospetto in Spagna dal fine settimana, quando un uomo di nazionalità nigeriana è stato ricoverato e posto in isolamento ad Alicante per febbre alta, vomito ed emorragie. Anche in questo caso gli esami per l'ebola sono risultati negativi.

Oms: bilancio epidemia sale a 1.229 morti - Il bilancio dell'epidemia in Africa occidentale continua a crescere. Secondo il nuovo bollettino dell'Organizzazione mondiale della sanità, le vittime del virus sono salite a 1.229 (erano 1.145 nell'ultima rilevazione e 1.069 in quella ancora precedente), per un totale di 2.240 casi fra sospetti e confermati. Tra il 14 e il 16 agosto, i nuovi casi (sospetti o confermati) sono stati 113, con 84 morti tra Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone.

La guardia resta alta e tuttavia da Nigeria e Guinea arrivano "segnali incoraggianti" afferma l'Organizzazione mondiale della sanità. L'Oms definisce "rassicurante" soprattutto la situazione della Nigeria, dove con "cauto ottimismo" si può sperare che "un'ulteriore diffusione del virus possa essere stoppata". In Guinea "l'epidemia è meno allarmante che in Liberia e in Sierra Leone", prosegue l'agenzia delle Nazioni Unite per la sanità. E fra la popolazione del Paese si registra "una consapevolezza più alta che negli altri Stati colpiti" dal virus. Tuttavia in Guinea "l'epidemia non è ancora sotto controllo".

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