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Siria, un'altra decapitazione dell'Is: ucciso soldato libanese

30 agosto 2014 | 08.56
LETTURA: 3 minuti

Postato un video: era uno dei 19 soldati libanesi presi in ostaggio nei giorni scorsi in un blitz ad Arsal. Onu rassicura: "I pacekeeper rapiti stanno bene". L'allarme del vescovo di Baghdad: "Il mondo stia attento ai jihadisti o se li troverà in casa"

 UPI/Maryam Rahmanian - Infophoto - INFOPHOTO
UPI/Maryam Rahmanian - Infophoto - INFOPHOTO

I jihadisti dello Stato islamico hanno decapitato uno dei 19 soldati libanesi presi in ostaggio nei giorni scorsi in un blitz ad Arsal, città libanese sul confine con la Siria. Lo si apprende da un video postato sul Web, nel quale si vede il soldato, identificato come Ali al-Sayyed, bendato e con le mani legate dietro la schiena, che si contorce e scalcia mentre un militante dell'Is annuncia la sua uccisione. Poco dopo, un altro militante lo decapita.

Alcune ore dopo il primo video, ne è stato postato un secondo che mostra altri nove soldati libanesi che implorano di essere risparmiati e chiedono ai familiari di manifestare per le strade delle loro città per chiedere la liberazione dei detenuti dell'Is in cambio del loro rilascio. La scorsa settimana, l'Is ha postato un video in cui si vede la decapitazione di un altro ostaggio, il giornalista statunitense James Foley, catturato in Iraq.

PEACEKEEPER RAPITI - Dall'Onu arrivano rassicurazioni sulla sorte dei 44 peacekeeper delle Nazioni Unite, rapiti giovedì sulle Alture del Golan. "Sono al sicuro ed in buona salute", hanno riferito venerdì sera funzionari delle Nazioni Unite a New York. Funzionari nel Golan della Forza di disimpegno degli osservatori delle Nazioni Unite, si legge in un comunicato, hanno "ricevuto rassicurazioni da fonti attendibili" sulle condizioni dei caschi blu delle Isole Fiji, sequestrati dai ribelli del gruppo al-Nusra. L'Onu ha precisato di non avere ancora avuto nessun contatto diretto con loro, mentre continuano gli sforzi per ottenerne la liberazione.

La missione Onu, ha riferito un portavoce, "è stata informata che l'intenzione di coloro che detengono i peacekeeper era di spostarli da un campo di battaglia attivo ad una zona sicura per la loro protezione".

Caschi blu filippini ancora sotto attacco - Il segretario filippino alla Difesa, Voltaire Gazmin, ha annunciato che i peacekeeper del suo paese che partecipano alla missione Onu sulle Alture del Golan, al confine tra Siria e Israele, sono stati attaccati questa mattina dai ribelli siriani che due giorni fa hanno preso i 44 ostaggi.

Citato dall'agenzia Xinhua, l'ufficiale ha spiegato che la Postazione 68 dei Caschi Blu, in cui si trovano circa 40 militari filippini, si trova "sotto attacco" dalle sei di questa mattina, ora siriana. "Quelli della Postazione 69 sono stati in grado di districarsi - ha precisato - ma quelli della Postazione 68 restano sotto attacco".

Giovedì scorso, i jihadisti del Fronte al-Nusra e altri gruppi islamici avevano circondato le Postazioni 68 e 69 dei Caschi Blu e avevano intimato ai circa 75 filippini schierati nelle due zone di consegnare le loro armi, scontrandosi con un rifiuto. Poco prima gli stessi ribelli avevano preso in ostaggio i peacekeeper delle Fiji.

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