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Papa in Turchia, il parroco di Istanbul: "E' già pioggia di richieste per la sua messa"

21 ottobre 2014 | 18.32
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Padre Nicola Masedu ad Aki: "Sono stato contattato anche dalla Francia, dalla Spagna, da alcuni consolati, ma l'assegnazione dei posti non è una decisione che spetta a me". Il consultore all'Adnkronos: "Lancerà un messaggio politico". Viaggio di Bergoglio in Turchia dal 28 al 30 novembre. Vedrà Erdogan e Bartolomeo I

 (Infophoto)
(Infophoto)

C'è già "una pioggia di richieste" per la messa che Papa Francesco celebrerà a Istanbul, presso la cattedrale dello Spirito Santo, in occasione della sua visita in Turchia dal 28 al 30 novembre. Lo dice ad Aki-Adnkronos International il parroco della cattedrale, padre Nicola Masedu, spiegando che la sua chiesa "non è la più grande della città e ha posti limitati, ma già arrivano decine di richieste". "Sono stato contattato - dice il religioso salesiano - anche dalla Francia, dalla Spagna, da alcuni consolati, ma l'assegnazione dei posti non è una decisione che spetta a me. Tremo all'idea che possa esserci malcontento". I dettagli della visita, che porterà il Pontefice ad Ankara e a Istanbul, "devono ancora essere definiti - spiega padre Masedu - e un comitato apposito si riunirà giovedì qui in Turchia. In seguito arriverà, per la seconda volta, una delegazione da Roma".

"Il messaggio che senza dubbio il Pontefice porterà in Turchia - continua il religioso sardo, che da 50 anni vive in Paesi a maggioranza musulmana - sarà un invito alla pace e alla fratellanza". Un messaggio che oggi è più che mai importante, "perché purtroppo è inascoltato in tante parti del mondo". Un messaggio che, dice ancora padre Masedu, "arriverà anche alle migliaia di profughi cristiani iracheni" che si sono rifugiati in Turchia in fuga dalle persecuzioni che i jihadisti infliggono alla loro comunità in Iraq. "Per loro la vista del Papa sarà incoraggiante - dice il parroco - Sanno che il Pontefice si interessa a loro e conosce le loro vicissitudini".

"La visita del Papa in Turchia è una tradizione da Paolo VI in poi - ricorda il religioso - e per questo ci aspettavamo che presto anche Papa Francesco sarebbe venuto. Per noi è una grande gioia e ne siamo molto contenti". "Il legame tra il Vaticano e la Turchia - ricorda il parroco - è particolarmente solido, soprattutto da Giovanni XXIII in poi". Papa Roncalli, infatti, era stato Delegato apostolico in Turchia, ed "era contento di essere considerato un amico dai turchi - dice padre Masedu - grazie al suo approccio semplice e non tradizionale, che univa e non allontanava". Lo stesso approccio che il parroco riconosce in Papa Bergoglio, "seppure con una foga maggiore, rispetto alla pacatezza di Papa Roncalli". Sarà importante, secondo padre Nicola, anche l'incontro con il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, al quale il Papa esprimerà "stima, amicizia e fratellanza". E saranno importanti, infine, anche gli incontri con le autorità musulmane. "In passato, purtroppo, non si invitava a vedere positivamente l'altro", dice padre Masedu, per il quale è chiaro che "Papa Francesco non viene in Turchia a fare proselitismo", ma a portare "un messaggio di amicizia e fratellanza".

Il consultore: lancerà un messaggio politico - Papa Francesco in viaggio apostolico in Turchia lancerà "un messaggio fortemente spirituale e al tempo stesso politico" dice padre Claudio Monge, responsabile del centro domenicano per il Dialogo interreligioso e culturale a Istanbul, nominato da Bergoglio consultore del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. "Noi cattolici - afferma il teologo domenicano all'Adnkronos - siamo felici che il Papa possa venire a dire una parola in questo luogo che è un crocevia fondamentale, osservatorio estremo sulla linea di frattura di tante violenze". "Certamente il Papa lancerà un messaggio fortemente spirituale ma al tempo stesso politico. Beninteso, non nel senso che parteggerà per una parte o per l'altra, ma nel senso umano del termine: il Papa - spiega - manderà un messaggio politico nel senso che il suo sarà un monito per la convivenza tra uomini".

Padre Monge, autore del volume 'Stranieri con Dio' (edito da Terrasanta) e docente di Teologia delle Religioni all'Università di Strasburgo, da tanti anni vive in Turchia e conosce bene la difficile realtà di quella terra nella quale il Papa si accinge ad andare. "Il Pontefice alzerà la voce per sottolineare le sofferenze dei cristiani e di quanti sono perseguitati in ragione del loro credo ma il suo sarà un messaggio rivolto ai poveri di tutto il mondo". Il teologo riflette quindi sulle ripercussioni del viaggio del Papa in un Paese a maggioranza musulmano: "Sono certo che il viaggio avrà grosse ripercussioni nel contesto culturale di fede islamica perché, non dimentichiamolo, l'Islam non è soltanto la parte che inneggia al terrorismo mettendosi dalla parte del carnefice, c'è anche la realtà dalla parte della vittima".

Un particolare "non secondario", fa notare ancora padre Claudio Monge, è dato dal fatto che il viaggio in Turchia avverrà a distanza di pochi giorni dalla visita che il Papa farà a Strasburgo al Parlamento europeo (avverrà il 25 novembre, ndr). "Non dimentichiamo - ribadisce il teologo domenicano che il Papa ha scelto come consultore al dicastero che si occupa del Dialogo Interreligioso - che il Vangelo ha una dimensione anche politica, nel senso umano del termine". Un viaggio, quello di Papa Bergoglio, che arriva a distanza di otto anni da quello che fece Ratzinger ad Ankara. "E Papa Francesco - annota il teologo domenicano - arriva con una nomea, per così dire, più favorevole rispetto al predecessore che arrivò a distanza di poco tempo dal discorso che fece nel settembre 2006 all'Università di Ratisbona che fece scaldare gli animi", scatenando violente reazioni nel mondo musulmano.

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