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Canada: l'attentatore era andato in Libia e voleva tornarci

23 ottobre 2014 | 09.36
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Michael Zehaf-Bibeau, l'attentatore che ieri è rimasto ucciso durante l'attacco al Parlamento di Ottawa, era stato inserito dalle autorità canadesi nella lista nera dei "viaggiatori ad alto rischio" e gli era stato ritirato il passaporto. Nato nel 1982 in Quebec, era figlio di un uomo d'affari di origine libica, Bulgasem Zehaf, e Susan Bibeau, funzionaria dell'ufficio immigrati e rifugiati.

La coppia ha divorziato 15 anni fa e Michael si sarebbe avvicinato all'Islam solo recentemente, dopo aver collezionato una lunga serie di precedenti penali: dal 2001 era stato incriminato 11 volte, per reati dal furto, al possesso di droga e armi illegali. Secondo quanto riporta il Globe and Mail, Zehaf-Bibeau sarebbe andato in Libia prima di ritornare in Canada e trasferirsi nell'ovest del paese dove lavorava come minatore.

Il giornale non precisa quando sarebbe avvenuto questo viaggio, ma racconta che il padre Belgasem, che è stato titolare del cafè Tripoli a Montreal tra il 1994 e il 2002, sarebbe andato a combattere con i ribelli libici nel 2011. E cita la testimonianza di un amico che racconta come sei settimane fa Zehaf-Bibeau, incontrato in una moschea di Vancouver gli aveva detto che "voleva tornare in Libia per studiare" l'Islam e l'arabo. Ma, aveva assicurato all'amico, "non aveva nient'altro in mente".

L'amico, Dave Bathurst, afferma che Zehaf-Bibeau non sembrava avere inclinazioni estremistiche o violente, ma a volte mostrava un comportamento strano, inquietante. "Una volta stavamo chiacchierando in cucina e non so come mi disse che il diavolo lo inseguiva", racconta Bathurst, ricordando come l'amico spesso parlava della presenza di Shaytan, la parola araba per Satana, nel mondo. "Credo che fosse malato di mente", ha aggiunto.

Il suo comportamento "strano" aveva provocato problemi e frizioni con i capi della comunità islamica della moschea di Burnaby che gli chiesero di non partecipare più alle preghiere.

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