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Russia: uno svedese-americano il 'Marchionne' della Lada

22 dicembre 2014 | 13.28
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E' iniziata lo scorso anno la ristrutturazione degli impianti della AvtoVAZ voluta dal Cremlino, un polo descritto come l'ultimo avamposto dell'Urss in Russia. Il primo ceo straniero della società è Bo Inge Andersson.

Russia: uno svedese-americano il 'Marchionne' della Lada

E' Bo Inge Andersson, un ex ufficiale svedese con passaporto americano, che ha vissuto a Detroit 15 anni contribuendo a risanare la General Motors, il 'Marchionne russo', l'executive chiamato a Togliattigrad per ristrutturare la AvtoVAZ e rilanciare la Lada, il marchio con una quota di mercato in calo continuo dall'inizio degli anni novanta -passato dal 70 per cento del mercato russo al 17 per cento- che esordì in joint venture con la Fiat nel 1970 con una versione della 124 ancora più spartana.

Il piano di ristrutturazione del polo industriale che lo stesso Andersson ha descritto, in una intervista al New York Times, come l'ultimo avamposto dell'Unione Sovietica in Russia, è sostenuto dal Cremlino, da Vladimir Putin in persona. Anche se Andersson, primo ceo straniero della compagnia, è a Togliattigrad dallo scorso gennaio, prima della crisi, il rilancio del marchio corrisponde alla politica del 'facciamo da soli' sbandierata dalla leadership russa in risposta alle sanzioni. "Il nostro focus principale è quello di ridare ordoglio alla Lada", ha spiegato Andersson.

Incurante delle critiche - c'è chi lo paragona allo scrittore di fiabe danese con il nome simile al suo, chi come di un vendicatore della sconfitta degli svedesi nella battaglia della Poltava nel 1709- riunisce ogni mattina i suoi dirigenti in fabbrica alle 6.45, 15 minuti prima dell'arrivo degli operai. Ha costretto i suoi dirigenti a guidare Lada.

Ha iniziato a lavorare sull'immagine del marchio più deriso, concentrandosi sul 'customer service' e sui produttori di componenti, e ispezionando ogni singolo segmento delle fabbriche, bagni compresi. Ha licenziato il 20 per cento della forza lavoro, 13.400 dipendenti, e bloccato gli scatti di salario automatici ogni anno. E preso di petto il problema dell'assenteismo (10 per cento), con un premio mensile a chi non manca un solo giorno di lavoro. In un anno, la produttività è raddoppiata, con 40 auto prodotte ogni anno da ogni dipendente. Ma il suo obiettivo è portare questa cifra a 60.

Togliattigrad e la AvtoVAZ (75 per cento del governo russo in joint venture con Renault Nissan, che indirettamente controlla il 50,1 per cento, il resto sul mercato) non è il primo incarico in Russia di Andersson. Era stato chiamato nel giugno del 2009 a Nizhni Novgorod per ristrutturare la Avtogaz da Olgeg Deripaska. Il suo piano ha funzionato. Ha licenziato 50mila dipendenti, messo in catena di montaggio nuovi modelli, lanciato l'assemblaggio con Volkswagen, GM, Skoda e Daimler. Nel 2008, prima del suo arrivo, l'azienda perdeva un miliardo di dollari, in poco tempo è tornata a produrre profitto.

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