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Gb: al via inchiesta morte Litvinenko, in migliaia a rischio per polonio

27 gennaio 2015 | 17.41
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Il polonio usato per avvelenare l'ex agente del Kgb e dell'Fsb ha lasciato una tracce in numerosi luoghi pubblici, dallo stadio dell'Arsenal a bar e autobus. L'inchiesta pubblica inizia più di otto anni dopo l'omicidio del dissidente russo rifugiato a Londra.

Gb: al via inchiesta morte Litvinenko, in migliaia a rischio per polonio

L'omicidio di Aleksandr Litvinenko a Londra nell'autunno del 2006 è stato un evento "della massima gravità". Anche perché il polonio impiegato per avvelenarlo ha lasciato una scia che ha messo a rischio la vita "di migliaia di persone". Tracce del materiale altamente radioattivo sono state individuate dagli inquirenti all'Emirates stadium dell'Arsenal, in diversi bar, autobus e aerei.

Sono gli elementi emersi nella prima udienza dell'inchiesta pubblica sulla morte del dissidente russo, un'inchiesta a cui, in un primo momento, il governo britannico aveva rifiutato l'autorizzazione, e che aveva poi autorizzato lo scorso luglio, in cui saranno ascoltati più di 70 testimoni, fra medici, patologi, amici e familiari di Litvinenko, inquirenti britannici e tedeschi, agenti dei servizi protetti dall'anonimato al pubblico e con alcune udienze a porte chiuse.

Fra le testimonianze richieste, anche quella del consulente della commissione Mitrokhin Mario Scaramella, che aveva incontrato Litvinenko il giorno in cui fu avvelenato. I due principali sospetti dell'omicidio, Lugovoi e Kovtun, da tempo in Russia che ne rifiuta l'estradizione, sono stati invitati dagli inquirenti a testimoniare in video.

L'ex agente del Kgb, dove venne arruolato nel 1987, e poi dell'Fsb che Boris Berezovsky aiutò tredici anni dopo a fuggire dalla Russia e a trovare rifugio come lui a Londra, ingerì il polonio non solo nel tè verde servito in una teiera d'argendo che sorseggiò (solo tre o quattro sorsi, era freddo) all'Hotel Millennium il primo novembre insieme ai due ex colleghi, Andrei Lugovoi e Dmitry Kovtum, ma almeno in un'altra occasione, il 16 ottobre, quando, ricordò prima di morire, vomitò dopo aver incontrato i due connazionali in un ufficio di Grosvenor Street.

Il 25 ottobre, ci fu un altro incontro fra Litvinenko, che lavorava per l'MI6 britannico, e Lugovoi, in un bar dell'hotel Sheraton di Londra, una terza occasione in cui potrebbe essergli stato somministrato polonio.

Nelle prossime udienze saranno presentate prove secondo cui in Russia, nel 1997, a Litvinenko era stato ordinato di uccidere Berezovsky, ordine che lui si rifiutò di eseguire dandone anzi notizia all'ex oligarga, morto per apparente suicidio a Londra nel marzo del 2013, che lo aiutò a fuggire in Gran Bretagna.

Gli elementi di prova raccolti sulla morte di Aleksandr Litvinenko portano "a prima vista" (prime facie) dritto alla Russia, aveva dichiarato Sir Robert Owen, a capo dell'inchiesta pubblica, nell'inchiesta preliminare di cui era il 'coroner'. Un testimone proveniente da Amburgo identificato solo come "D3" ha spiegato agli inquirenti, e ribadirà durante i lavori, che Kovtun gli aveva chiesto, il 30 ottobre del 2006, se conosceva un cuoco a Londra per mettere un "veleno molto costoso" nel cibo o in una bevanda per Litvinenko che, nel suo letto d'ospedale, poco prima di morire a 43 anni, aveva puntato il dito contro Putin.

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