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Libia: Gentiloni, se dialogo fallisce Italia pronta a combattere

13 febbraio 2015 | 20.32
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(infophoto)
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L'Italia è pronta a "combattere in Libia in un quadro di legalità internazionale". Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a SkyTg24 in merito alla crfisi libica. "Al momento l'Italia -ha spiegato- sta sostenendo le Nazioni Unite che stanno cercando di trovare una mediazione tra le diverse forze in Libia, ma se non si riuscirà bisognerà fare qualcosa di più".

"L'Italia -ha aggiunto- è minacciata da quello che sta accedendo in Libia. Non possiamo accettare l'idea che a poche miglia di navigazione ci sia una minaccia terroristica". "Sosteniamo la mediazione Onu, ma siamo pronti a rispondere a tale minaccia". "Fino'ora la minaccia terroristica era abbastanza circoscritta alla città costiera di Derna e in alcune zone del sud, ma ora dopo la conquista di Sirte da parte dell'Isis, la situazione si sta deteriorando" ha affermato Gentiloni che poi ha avvertito: "Non possiamo accettare che a poche ore di navigazione dall'Italia ci sia una minaccia terroristica attiva". E riferendosi alle frasi di esponenti dell'Is che promettono di issare la bandiera su San Pietro ha sottolineato: "Per ora sono farneticazioni propagandistiche, ma sono farneticazioni che non possiamo sottovalutare".

Quanto al problema dell'emigrazione, ha aggiunto il ministro, "c'è una grandissima parte dei migranti provenienti dalla Libia che non sono libici, ma che attraversano il paese perché è uno stato fallito e non c'è nessuna forma di sorveglianza e sono sfruttati da organizzazioni criminali che gestiscono un decimo del prodotto interno libico, in una situazione terribile di sfruttamento e traffico di esseri umani".

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