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Francia: Jean-Marie Le Pen insiste, camere a gas dettaglio della storia

02 aprile 2015 | 12.14
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L'eurodeputato ed ex candidato alle presidenziali francesi, presidente onorario del Front National guidato dalla figlia, è tornato sulle dichiarazioni che nel 1991 lo costrinsero, a seguito di un'azione legale, a versare 1,2 milioni di franchi. Per Marine non ci sono dubbi: la sua è una "provocazione volontaria", io in "profondo disaccordo"

Jean-Marie Le Pen
Jean-Marie Le Pen

Jean-Marie Le Pen, presidente onorario del Front National, è tornato oggi ad affermare - intervenendo su BFM-TV e RMC - che le camere a gas sono state "un dettaglio della storia". Le Pen era stato condannato dalla Corte di appello di Versailles nel 1991 a pagare 1,2 milioni di franchi a 11 associazioni che avevano sporto denuncia a seguito di un'intervista del 1987 a Grand-Jury RTL-Le Monde: "Non dico che le camere a gas non siano esistite - aveva detto allora - Io non ho potuto vederle di persona. Non ho studiato in particolare la questione. Ma credo si tratti di un punto di dettaglio nella storia della seconda guerra mondiale".

Oggi l'eurodeputato ed ex candidato alle presidenziali ha spiegato di non aver rimpianto quelle dichiarazioni "in nessun momento". "Ciò che ho detto corrispondeva ai miei pensieri: che le camere a gas erano un dettaglio della storia della guerra a meno di non ammettere che la guerra sia un dettaglio delle camere a gas". "Mantengo (questi propositi) perché credo che sia la verità e che questo non dovrebbe scioccare nessuno". "Non sono un milione di morti, sono le camere a gas".

"Questa vicenda è stata strumentalizzata contro di me introducendovi un sospetto di antisemitismo mentre io sfido chiunque a citare una frase antisemita nella mia vita politica", ha aggiunto Le Pen. Ad una domanda sui morti nelle camere a gas, ha risposto: "Non sono un milione di morti, sono le camere a gas, sono altra cosa. Non so, io parlo di cose precise".

"Non ho parlato del numero dei morti ma di un sistema", ha quindi aggiunto. "Dico che si trattava di un dettaglio della storia della guerra ". "Tutto ciò è orribile. La guerra è orribile sa", ha poi incalzato, mettendo le camere a gas sullo stesso piano di tutte le altre devastazioni causate dai conflitti: "La deflagrazione di una granata che vi fa esplodere la pancia, una bomba che vi decapita, una camera che vi asfissia, è abbastanza ignobile, è vero".

Interpellata sulle ultime dichiarazioni rilasciate dal padre, Marine Le Pen non ha dubbi, e parla di "una provocazione". Parlando con "Le Figaro", ci tiene a manifestare il proprio "profondo disaccordo". Rispetto alla forma, rispetto alla sostanza delle parole pronunciate dal padre. "Lo dice lui stesso. E' la costruzione artificiosa di una polemica e siamo in presenza di una strategia dichiarata. Crede che la polemica sia positiva per il movimento. Naturalmente, sono profondamente in disaccordo con questo. L'ho detto e ridetto tante volte".

Visibilmente delusa, scrive Le Figaro, Marine Le Pen confida peraltro di aver "rinunciato all'idea" di cercare di comprendere le motivazioni di Jean-Marie Le Pen e lascia intendere che potrebbe esserci la volontà da parte del fondatore del partito di metterla in una posizione delicata, anche se la presidente del partito spiega di non comprenderne i motivi. "Tutto viene detto in questa intervista! Siamo in profondo disaccordo. Ne ho preso atto e voglio credere che quelli che si uniscono a noi, quelli che votano per noi, abbiano capito".

Jean-Marie Le Pen invece, guidato dalla sua teoria del "dico quel che mi pare", non "prende atto di nulla" e porta avanti una strategia personale basata sulla provocazione e i propositi-choc, aggiunge. "Si può dire ciò che si pensa ma il Front National ha una sua linea, impersonata dalla presidente. Le dichiarazioni di Jean-Marie Le Pen impegnano solo lui. E' nella provocazione volontaria e cerca la polemica".

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