cerca CERCA
Venerdì 26 Aprile 2024
Aggiornato: 16:06
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Kenya: arrestati sospetti, due si nascondevano nell'università di Garissa

04 aprile 2015 | 09.25
LETTURA: 5 minuti

Tornano dalle famiglie 663 studenti sopravvissuti all'attacco. Il presidente Kenyatta proclama tre giorni di lutto nazionale: "Uniti per rispondere al terrorismo". Ban Ki-moon: "Attacco sconvolgente contro giovani". Studenti giustiziati con colpi alla testa. 148 morti nell'attacco degli al-Shabab al campus di Garissa. Obama: "Al fianco di Nairobi, sarò lì a luglio"

(Infophoto) - INFOPHOTO
(Infophoto) - INFOPHOTO

Tre giorni di lutto nazionale per piangere le giovani vittime della strage jihadista nel campus universitario di Garissa che è costata la vita a 148 persone. Ad annunciarlo è stato il presidente Uhuru Kenyatta assicurando al suo popolo che il gruppo somalo degli al-Shabab non riuscirà a creare un califfato in Kenya. "Combatteremo il terrorismo fino alla fine", ha scandito il presidente in tv dopo che gli al-Shabab hanno minacciato un "nuovo bagno di sangue".

Intanto le forze di sicurezza stanno ancora cercando alcuni responsabili dell'attacco di due giorni fa. Mentre almeno cinque sospetti sono stati arrestati.

A quanto riferisce la Bbc, all'interno dell'ateneo sono stati trovati quattro sopravvissuti, due dei quali sono stati ritenuti sospetti. Uno di questi è un cittadino della Tanzania che non ha alcun legame con l'università. La Cnn cita il ministro degli Interni Joseph Nkaissery secondo il quale i sospetti arrestati sono cinque. Intanto, mentre sale la polemica sulla scarsa protezione assegnata all'università di Garissa, le autorità keniote ne hanno deciso la chiusura a tempo indefinito.

I 663 studenti sopravvissuti all'attacco sono tornati a casa dalle loro famiglie. Tra loro anche una cinquantina di dipendenti del campus che in questi due giorni sono stati ospitati in un campo militare dalla cittadina del Kenya. Mentre gli studenti, molti dei quali in lacrime, salivano a bordo dei 13 autobus che li hanno riportati a casa, molti residenti della comunità locali si sono affollati nel campo per salutarli.

"I kenioti si rifiutano di prendere la direzione che vogliono i nostri nemici che vogliono a tutti i costi creare non necessarie separazioni tra le diverse comunità religiose ed etniche, ma hanno fallito perché noi rimarremo uniti", ha detto Njenga Miiri, che rappresenta il governo keniota nella contea di Garissa. "Come governo - ha aggiunto - noi vogliamo che la comunità cristiana sia molto vigile contro le azioni terroristiche che sono tese a segregare le persone in base alla loro religione".

Un appello all'unità contro il terrorismo lanciato anche dal presidente Kenyatta a tutte le componenti del Paese, comprese le forze di opposizione. Il terrorismo costituisce "una minaccia esistenziale alla nostra repubblica", ha detto Kenyatta, e il Paese deve "parlare con una voce unita". Sottolineando che bisogna rispondere a questi attacchi, "identificare i nemici non solo nel Kenya ma anche in Somalia", il leader keniota ha ricordato che il Paese africano ha una storia di tolleranza e apertura alle diverse comunità etniche e religiose.

Kenyatta ha anche ricordato come l'Islam sia "una religione di pace e tolleranza" e che così viene intesa dalla "grande maggioranza di musulmani in Kenya". Ma allo stesso tempo ha sottolineato che la "radicalizzazione non avviene in una notte" e quindi ha rivolto un appello alle famiglie dei terroristi affinché collaborino con il governo.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, in una "lettera personale" inviata al presidente del Kenya per porgere le condoglianze per le vittime, ha scritto che "non c'è nulla di più sconvolgente che uccidere e massacrare giovani, i responsabili di questo orribile attacco devono essere portati di fronte alla giustizia". "In un momento di profondo choc e dolore, i nostri pensieri sono con le famiglie delle vittime e con tutto il popolo del Kenya", ha detto ancora Ban Ki-moon, ribadendo il sostegno dell'Onu al popolo e al governo keniota nel contrasto al terrorismo e all'estremismo violento.

NUOVE MINACCE - Gli al-Shabab intanto minacciano "un nuovo bagno di sangue" in Kenya. I terroristi somali, che già venerdì avevano preannunciato nuovi "attacchi mortali", hanno promesso "una guerra lunga e spaventosa" contro il Kenya, le cui truppe partecipano alla missione dell'Unione Africana in Somalia. "Voi - hanno denunciato gli al-Shabab, rivolti al popolo keniota - non vi accontentate di lasciare il vostro governo condurre politiche repressive senza protestare, voi sostenete le loro politiche eleggendoli. Per questo pagherete con il vostro sangue".

"Con il permesso di Allah - si legge in una dichiarazione scritta in inglese - non ci fermeremo davanti a niente per vendicare la morte dei nostri fratelli musulmani, fino a quando il vostro governo non fermerà l'oppressione e fino a quando tutte le terre musulmane non saranno state liberate dall'occupazione keniota. E, fino ad allora, le città keniote diventeranno rosse di sangue, ci sarà una guerra lunga e spaventosa della quale, voi kenioti, sarete le prime vittime".

Nella nota, gli al-Shahab parlano poi delle "indicibili atrocità" commesse ai danni della popolazione musulmana dell'Africa orientale dalle forze di sicurezza di Nairobi nel nordest del Paese, dove vivono migliaia di somali, e nel sud della Somalia, dove il Kenya ha inviato propri uomini per combattere i terroristi somali. L'attacco all'università di Garissa, ribadiscono, è stato organizzato "per vendicare la morte di migliaia di musulmani uccisi per mano delle truppe keniote". Gli Shabab minacciano quindi attacchi contro "scuole, università, luoghi di lavoro e anche contro le vostre case".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza