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Nepal: due persone estratte vive da macerie a dieci giorni dal sisma

04 maggio 2015 | 11.20
LETTURA: 4 minuti

Si tratta di un uomo di 60 anni e di una suora di 23. Il bilancio delle vittime sale a 7.365. Allarme Onu per gli aiuti: bloccati alla dogana. Intere regioni del Paese ancora isolate (Foto). Oltre 7mila le vittime accertate. Ambasciatore Ue: "Circa mille i cittadini europei di cui non si ha più notizia". Arriva l'ospedale gonfiabile di Msf. Neonato sopravvissuto dopo 22 ore (Guarda). In un video la devastazione dei templi a Bhaktapur (Guarda)

(Foto Infophoto)
(Foto Infophoto)

Due persone sono state salvate questa mattina nel distretto di Gorkha, in Nepal, a dieci giorni di distanza dal terremoto che ha raso al suolo il Paese. Si tratta di un uomo di 60 anni, Pemba Chhewang, estratto vivo dalle macerie di un'abitazione crollata nel villaggio di Sirdibas e di una suora di 23, Tenjing Dolma, trovata a Chhekampar. Secondo quanto scrive il quotidiano 'The Himalayan Times' i due sono stati trasportati in elicottero in un ospedale.

L'uomo era un portiere e non ha familiari. La suora invece era ritirata nel monastero di Rajen a Chhekampar. Un giovane del luogo ha raccontato che dopo essere rimasta intrappolata sotto le macerie del monastero, la 23enne da alcuni giorni era in attesa dei soccorsi ma solo oggi un team specializzato è riuscito a liberarla. "La sua salute stava peggiorando giorno dopo giorno", ha detto il giovane.

Intanto continua a salire il bilancio delle vittime. Secondo il ministero per gli Affari interni di Kahtmandu, i morti sono 7.365, mentre i feriti 14.366. Le Nazioni Unite hanno intanto riferito che il sisma ha danneggiato oltre 600mila case in tutto il Paese, mentre sono otto milioni i nepalesi colpiti dal sisma.

Kathmandu: "Non abbiamo abbastanza elicotteri per consegna aiuti" - In Nepal, la mancanza di elicotteri sta rallentando le operazioni di soccorso e di consegna degli aiuti nelle zone più remote del Paese, dove il sisma ha avuto le conseguenze peggiori. Lo denuncia il ministero degli Interni di Kathmandu, mentre continuano le polemiche sui ritardi e le difficoltà per consegnare gli aiuti in arrivo da tutto il mondo. "Non abbiamo abbastanza elicotteri per portare i beni di prima necessità e, contemporaneamente, anche per portare avanti le operazioni di salvataggio - ha ammesso il portavoce del ministro degli Interni, Laxmi Dhakal - Avremmo bisogno di quantità di mezzi due o tre volte superiore rispetto a quella di cui disponiamo ora". Il problema si è ulteriormente aggravato dopo che un guasto tecnico ha lasciato a terra l'unico MI-17 in dotazione all'esercito nepalese, che ora può contare solo su elicotteri più piccoli. Attualmente, nel Paese, sono all'opera 13 mezzi, sette dei quali sono mezzi privati. A questi si aggiungono i 14 velivoli messi a disposizione dall'Indian Air Force, tre elicotteri del governo cinese e i quattro mezzi Osprey dell'esercito americano. L'area più critica rimane ancora quella del nord del Paese, dove le strade di accesso ai villaggi distrutti sono state fortemente danneggiate dalle frane causate dal terremoto.

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