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Usa: uccise due afroamericani a Cleveland, assolto agente

23 maggio 2015 | 20.12
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Nel 2012 sparò e uccise due persone dopo un lungo inseguimento. Il 31enne poliziotto rischiava 22 anni di prigione Baltimora, grand jury incrimina 6 agenti per la morte di Freddie Gray

Usa: uccise due afroamericani a Cleveland, assolto agente

Rischia di alimentare nuove proteste la decisione di un giudice della contea di Cuyahoga, in Ohio, di scagionare da tutte le accuse e dichiarare non colpevole Michael Brelo, l'agente bianco che nel 2012 sparò e uccise due afroamericani mentre erano al volante di un'auto a Cleveland. Accusato di omicidio volontario, il poliziotto 31enne, rischiava 22 anni di prigione.

"Lo Stato non ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che l'imputato Michael Brelo ha consapevolmente causato la morte di Timothy Russell e Malissa Williams", ha annunciato il giudice John O'Donnell, che prima di emettere il suo verdetto ha detto che non avrebbe "sacrificato" Brelo senza prove sufficienti per una condanna. L'agente è stato dichiarato non colpevole anche di altre due accuse minori.

Brelo era uno degli oltre cento agenti che il 29 novembre del 2012 prese parte ad all'inseguimento di una Chevy Malibu durato più di 20 minuti. Dopo che l'auto fu bloccata e crivellata da un centinaio di colpi di pistola da parte dei poliziotti, l'ufficiale salì sul cofano della vettura e attraverso il parabrezza sparò 15 volte contro il conducente Timothy Russel e il passeggero, Malissa Williams, nella convinzione che fossero armati.

Un comportamento per il pubblico ministero irragionevole e ben oltre i doveri di un ufficiale di polizia, ma che il giudice O'Donnell ha ritenuto "giustificabile perché non era ancora chiaro in quel momento che i due sospettati non costituissero più una minaccia".

Nessun altro agente tranne Brelo era stato incriminato per i fatti e il poliziotto è scoppiato a piangere subito dopo la lettura della sentenza. Proteste sono invece scoppiate fuori del tribunale, dove una trentina di manifestanti inferociti ha iniziato a cantare "mani in alto, non sparate!" e "non c'è giustizia". In città, dove la comunità afroamericana è scossa anche dall'omicidio da parte di un poliziotto del 12enne Tamir Rice - avvenuto nel 2014 mentre giocava in un parco con un’arma giocattolo - la sicurezza è stata rafforzata nel timore che possano scaturire disordini sulla scia di quelli scoppiati a Ferguson e a Baltimora.

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