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Usa: Senato Sud Carolina vota rimozione bandiera confederata

07 luglio 2015 | 11.02
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La bandiera confederata davanti al parlamento della Carolina  del Sud.  - (foto AFP)
La bandiera confederata davanti al parlamento della Carolina del Sud. - (foto AFP)

Con voto a stragrande maggioranza, il Senato della Carolina del Sud ha approvato la rimozione della bandiera Confederata dal Parlamento locale. Il provvedimento, auspicato dal governatore repubblicano dello Stato Nikki Haley dopo il massacro di Charleston, è passato in seconda lettura con 37 voti favorevoli e 3 contrari al termine di un dibattito carico di emotività.

Molti senatori, riferisce la stampa americana, hanno dichiarato di essere stati ispirati dal perdono concesso dai parenti delle vittime al giovane che il 17 giugno ha aperto il fuoco in una chiesa frequentata da afroamericani, uccidendo nove persone.

"Se loro hanno potuto fare un gesto di pace in queste terribili circostanze... penso di poterlo fare anche io con una bandiera", ha detto il senatore repubblicano Chip Campsen. Il suo collega Larry Martin, bianco e repubblicano, ha invitato la gente della Carolina del Sud a essere "onesta con sè stessa". "La bandiera confederata - ha detto - è stata issata sul Campidoglio nel 1960 per segnare il centenario della guerra di Secessione, ma è rimasta come segno di resistenza al movimento dei diritti civili". "Ricordo cosa dicevano allora gli adulti dell'integrazione a scuola - ha aggiunto - Non era bello. Oggi sono cose irripetibili".

Dopo il Senato, ora dovrà pronunciarsi anche la Camera dei rappresentanti locali. Ma ormai è chiaro che la terribile sparatoria di Charleston, in cui è rimasto ucciso anche un senatore afroamericano locale, il democratico Clementa Pickney, ha costretto i bianchi della Carolina del Sud a ripensare al valore di simboli come la bandiera Confederata.

Dopo che l'autore della strage, il suprematista bianco Dylann Storm Roof ha postato la sua immagine accanto al vessillo degli stati sudisti, è diventato impossibile nascondersi dietro la scusa del valore storico, ignorando che per gli afroamericani quello è un simbolo di oppressione. Quella bandiera "non è parte del nostro futuro, è parte del nostro passato", ha sintetizzato Martin.

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