"L'Iran ha bisogno di ricostruirsi e l'Italia è in grado di coprire tutti i settori di maggiore interesse: costruzioni, oil&gas, macchinari, impianti, medicale, energia, beni di consumo". E' l'analisi di Licia Mattioli, presidente del Comitato Tecnico per l'internazionalizzazione e gli investitori esteri di Confindustria. In vista della missione a Teheran del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e di quello dello Sviluppo economico Federica Guidi, il 4 e 5 agosto, Mattioli sottolinea, in un colloquio con Aki-Adnkronos International, i "punti di forza" su cui il nostro paese può contare per rilanciare gli scambi bilaterali, alla luce dell'accordo di Vienna che prevede la revoca delle sanzioni a Teheran.
"Il nostro punto di forza - dice - è il ruolo che abbiamo avuto in passato come primo partner commerciale europeo del paese. Nonostante il regime sanzionatorio, siamo risultati nel 2014 il settimo fornitore con una quota dell'1,7%. Le nostre produzioni sono sempre state apprezzate, in tutti i settori, poiché si contraddistinguono per alto valore aggiunto, innovazione, design". "Molti imprenditori - prosegue - hanno continuato a intrattenere relazioni con operatori iraniani, lo dimostra anche l'aumento del nostro export nello scorso anno del 9,4%".
Certo, nel corso degli ultimi anni, i paesi asiatici hanno conquistato ampie fette del mercato iraniano. "Non sarà facile - ammette Mattioli - guadagnare posizioni nei confronti di Cina, India, Corea del Sud e Turchia, ma la nostra manifattura si differenzia da quella dei concorrenti asiatici per la qualità e le soluzioni innovative che le nostre imprese sono in grado di offrire. Dobbiamo però correre se vogliamo agganciare il treno della ripresa iraniana".
Le opportunità offerte dal mercato iraniano, profondamente cambiato nel corso degli anni, sono numerose. "Ci saranno da ricostruire interi quartieri - spiega l'amministratore delegato di Mattioli Spa, colosso del settore dei gioielli - il che offre ottime prospettive per il settore dell'edilizia e delle costruzioni, ma anche per l'arredo, compreso il contract. Proprio sul contract l'Italia, con la Fiera di Pordenone, ha realizzato a gennaio di quest'anno una fiera di settore a Teheran e ha siglato un accordo in esclusiva per cinque anni. Credo che il comparto dell'energia, dei macchinari e del medicale rappresentino altri settori di interesse e sono convinta che i consumatori iraniani cominceranno a richiedere anche beni di consumo, gioielleria e moda".
Molto del lavoro da fare per rilanciare gli scambi con il nuovo Iran spetta al governo. Nella loro visita in Iran, Guidi e Gentiloni guidano una nutrita delegazione di imprenditori, interessati a riprendere contatti con Teheran. "Il governo - dice Mattioli - deve aprire le relazioni internazionali e favorire il dialogo politico tra i nostri paesi, così da agevolare il lavoro di noi imprenditori".
Per questo, la "missione con le imprese, a guida politica, è prioritaria per dimostrare l'interesse che il sistema Italia nutre nei confronti dell'Iran - prosegue - L'aspetto più importante riguarda le coperture assicurative e finanziarie per le operazioni commerciali e di investimento nel Paese. Sarà perciò fondamentale il ruolo di Sace, con l'aumento del plafond, e anche la costituzione di una Exim Bank (una banca per il sostegno all'export, ndr) aiuterebbe molto le imprese italiane".