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Jet abbattuto, Turchia: "Nessuna scusa alla Russia, abbiamo fatto il nostro dovere"

30 novembre 2015 | 13.09
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Ahmet Davutoglu con Jens Stoltenberg (Afp) - AFP
Ahmet Davutoglu con Jens Stoltenberg (Afp) - AFP

Nessuna scusa alla Russia da parte della Turchia per l'aereo da caccia abbattuto la scorsa settimana al confine con la Siria. Il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, al termine di un incontro con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto che "la protezione del nostro spazio aereo e dei nostri confini non è solo un diritto ma un dovere del governo. E nessun primo ministro, presidente o altra autorità della Turchia si scuserà per avere fatto il proprio dovere".

"Se la Russia vuole parlare e prevenire incidenti di questo tipo, siamo pronti e possiamo dare qualsiasi informazioni sull'incidente. Se vogliono collaborare, siamo pronti", ha detto Davutoglu. Il confine con la Siria è "una questione di sicurezza nazionale per la Turchia" e Ankara ha "il diritto di proteggere il proprio spazio aereo. Lo spazio aereo turco fa parte della nostra sovranità". Ma, ha continuato il premier turco, la Turchia "non ha nessuna intenzione di aggravare la situazione e siamo pronti a parlare a ogni livello con chiunque per evitare altri casi simili".

Davutoglu ha spiegato che quella della scorsa settimana è stata "un'azione difensiva. Se non ci fosse stata una violazione del nostro spazio aereo, non ci sarebbe stato l'abbattimento" del caccia russo. "Le nostre regole di ingaggio -ha continuato- sono molto chiare e le abbiamo comunicate ai nostri amici russi tre volte" negli ultimi mesi.

Secondo Davutoglu la Russia è stata "contraddittoria" sulle sanzioni applicate contro la Turchia come ritorsione per l'abbattimento dell'aereo e dovrebbe riconsiderarle. "In passato eravamo tutti contro le sanzioni economiche. Anche la Russia era contraria, quando l'Unione europea le ha applicate contro Mosca per la crisi in Ucraina. Ora è lei che le applica e questo è contradditorio", ha spiegato.

Davutoglu ha ribadito che "il nostro approccio è molto calmo e non aumenteremo le tensioni. Non faremo nulla che possa essere visto come negativo" da parte della Russia. Il premier turco ha anche ricordato che la Turchia è una delle mete turistiche preferite dei russi. "Per molti russi Antalya è una seconda casa e noi ci aspettiamo che vengano da noi come turisti. Speriamo che la Russia riconsideri queste misure che sono contro l'interesse di tutti".

Il primo ministro turco ha detto che dall'abbattimento dell'areo russo "abbiamo imparato due lezioni. Se ci sono due coalizioni nello stesso spazio aereo sarà difficile prevenire questi incidenti e per questo bisogna coordinarsi. La seconda è che se si combatte contro l'Is, si deve combattere solo contro di loro e non bombardando altri gruppi di opposizione o i civili".

Davutoglu ha spiegato che i bombardamenti russi in occasione dell'incidente della scorsa settimana "non erano condotti con l'Is" e ha ricordato che "bombardare i civili ai nostri confini provoca l'afflusso in Turchia di decine di migliaia di civili ogni giorno".

Il Cremlino intanto non esclude un incontro fra Vladimir Putin e Barack Obama a margine della conferenza sul clima che si è aperta oggi Parigi, spiega il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sottolineando che invece non è in programma o nell'agenda di Putin un colloquio con la sua controparte turca Recep Tayyp Erdogan che pure ne aveva espresso il desiderio dopo l'abbattimento del Sukhoi-24 russo da parte delle forze turche.

Oggi le spoglie del pilota del Su-24 russo abbattuto vengono trasferite dalla Turchia per essere restituite alla Russia. Lo riferisce l'agenzia di stampa turca Anadolu dopo che ieri le spoglie del tenente colonnello Oleg Peshkov erano state portate nella provincia di Hatay, nel sudest della Turchia.

L'Osservatorio siriano per i diritti umani rende noto che sono più di 1500 le persone che hanno perso la vita a causa dei raid russi in Siria, sottolineando che un terzo delle vittime è composto da civili.

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